Un secolo di logistica tra Tortona, Arquata Scrivia e Novi Ligure

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In questa terra di passaggio e di incontro sono sorti, lungo i decenni, capannoni, punti di raccolta, scali merci che hanno cambiato il paesaggio. E un po’ anche la nostra storia

di Cesare Raviolo

L’area compresa tra Arquata Scrivia, Novi Ligure e Tortona, nota nella letteratura economica regionale come “piccolo triangolo” inserito nel più vasto – ormai in declino – “triangolo industriale” Genova-Milano-Torino e soprattutto la direttrice Tortona-Novi Ligure sono state caratterizzate, a partire dagli anni Venti del Novecento, da una progressiva localizzazione di attività, dapprima, di autotrasporto e, in seguito, di magazzinaggio (oggi logistiche), che hanno finito per diventare importanti tratti distintivi dei sistemi economici locali.

La prima impresa logistica insediata all’interno del “piccolo triangolo” fu la SADAS (Società Anonima Docks di Arquata Scrivia) che aveva sede legale a Genova e che, nel 1921, localizzò ad Arquata Scrivia l’unico magazzino generale allora esistente in provincia di Alessandria. La Società, che aveva un capitale di 4 milioni di lire (3.791.552,00 euro), occupava una superficie di 150 mila metri quadrati di cui 50 mila coperti, disponeva di raccordo ferroviario e di quasi cinque chilometri di binari interni, che consentivano la movimentazione di circa 300 vagoni al giorno. Nel 1929, movimentò oltre 208 mila quintali di merci per un valore di poco meno di 20,5 milioni di lire (circa 19.431.704,02 euro).

Trascorsero più di quarant’anni prima che la vocazione per la logistica emergesse prepotentemente fino a fare del movimento merci l’attività caratterizzante di questo territorio e di Tortona in particolare. Tre le iniziative destinate a segnare, pur con modalità differenti, lo sviluppo del settore: l’Interporto di Rivalta Scrivia, i Fridocks e il Gruppo Gavio. Nel 1963, ancora per iniziativa di imprenditori genovesi (Giacomo Costa, Salvatore Juvara e Alfonso Menada) veniva costituita la “Rivalta Scrivia Ente Sviluppo Traffici Internazionali Porti Nord Italia SpA”, con un capitale sociale di 4 miliardi di lire (circa 45.685.777,29 euro). La Società, che in seguito assunse la denominazione di Interporto di Rivalta Scrivia, disponeva di capannoni con una superficie totale di 400 mila metri quadrati, di 300 mila metri quadrati di terminal container, di 150 mila metri quadrati di magazzini frigoriferi e di raccordi ferroviari interni della lunghezza complessiva di 14 chilometri. Adiacente all’Interporto sorgeva il Centro di smistamento delle autovetture FIAT. Dopo alcuni passaggi di proprietà susseguitesi nel corso degli anni, nel 2012, il complesso logistico è stato rilevato dal gruppo belga Katoen Natie Group. Al momento del passaggio, l’Interporto di Rivalta Scrivia aveva un fatturato di oltre 55 milioni di euro, mentre Katoen Natie Group totalizzava un giro d’affari di circa 800 milioni di euro e contava 10.000 addetti e 93 terminal in 28 Paesi.

Al 1967 risale, invece, la nascita, di Fridocks Magazzini Generali e Frigoriferi, società a responsabilità limitata con sede a Pozzolo Formigaro. Fridocks dispone di un’area di circa 100 mila metri quadrati sui quali insistono magazzini frigoriferi della capacità di circa 75 mila metri cubi, e di un raccordo ferroviario con la stazione di Pozzolo Formigaro. È deposito doganale e polo logistico alimentare su un’area di 50.000 mq in collegamento con le principali direttrici di autotrasporto del nord d’Italia e con i porti dell’alto Tirreno. Ha una capacità di stoccaggio di 35.000 posti pallet in 150.000 mc di spazio frigorifero (da +15°C a -30°C).

L’interesse per la logistica del Gruppo Gavio data, invece, dai primi anni Settanta, quando, nell’area della cascina “San Guglielmo”, sempre lungo l’allora statale 211 in località Rivalta Scrivia, i fratelli Marcellino e Pietro Gavio predisposero un magazzino per il deposito di prodotti petroliferi per la società Piccin Autotrasporti, alla quale le grandi compagnie petrolifere affidavano la distribuzione dei propri prodotti nel nord Italia. In seguito, il Gruppo partecipò, in tempi diversi, al capitale dell’Interporto di Rivalta e, quando la logistica finì per assumere un ruolo di rilievo nell’ambito della gestione aziendale, ha sviluppato la propria presenza nel settore attraverso la costituzione di società “ad hoc” e la creazione di apposite “piattaforme”. Tuttavia, la presenza del Gruppo Gavio nella logistica è caratterizzata da un insieme di rapporti tra le diverse imprese del Gruppo (di autotrasporto, spedizione, stoccaggio e movimentazione delle merci), che operano presso il centro logistico omonimo di Rivalta Scrivia (ma non solo). Tra queste figurano Logika S.r.l. specializzata nella gestione delle materie prime dai Paesi d’origine fino agli stabilimenti di produzione; movimenta, manipola, confeziona, soprattutto cacao e caffè. Rail Hub Europe S.p.A., piattaforma logistica di circa 240.000 metri quadri controllata dalla holding AutospedG, per la movimentazione e il trasferimento intermodale di carichi destinati ai porti e agli Inland Terminal. Truck Rail Container S.p.A. opera nel trasporto truck ed intermodale nazionale e internazionale, collegando con treni shuttle giornalieri i porti di Genova e La Spezia. Ha sede legale a Castelnuovo Scrivia e sedi operative a Rivalta Scrivia e a Santo Stefano Di Magra (SP).

Nel 2006 il panorama si arricchisce con la costituzione di Rivalta Terminal Europa, una società per azioni che gestisce il terminal intermodale di Rivalta Scrivia, esteso su una superficie di 250 mila metri quadrati e ha una capacità di movimentazione di 500 mila container. La struttura svolge anche attività di manutenzione dei container e ospita un ufficio doganale. I due principali soci sono l’Interporto Rivalta Scrivia (controllato come detto da Katoen Natie) e il Gruppo Gavio, entrambi con il 47,87 per cento. Dal primo gennaio 2018, la Società è stata affittata per sei anni a Rail Hub Europe, che svolge così l’attività di terminalista retroportuale.

Tra le società del Gruppo Gavio, che operano in aree pubbliche, figura Terminal San Giorgio attiva nella movimentazione di merci varie, container e rotabili nel porto di Genova. Terminal San Giorgio movimenta in media circa 2 milioni di metri lineari di carichi rotabili, pari a circa 150 mila rimorchi trasportati dalle autostrade del mare. Controllata dal 2007 dal Gruppo Gavio, Terminal Frutta Trieste S.p.A. è una società che opera nell’ambito del punto franco nuovo dello scalo portuale giuliano. Concessionaria di capannoni ed aree scoperte, dispone di magazzini ventilati, su una superficie pari a 32.000 mq, a temperatura controllata (0°C – +14°C), su una superficie pari a 18.000 mq, e di aree scoperte, per una superficie di 15.000 mq.

Oltre alla Logistica Gavio e alla Katoen Natie Group, Tortona ha visto, nell’arco di cinquant’anni, la localizzazione di numerose altre imprese logistiche di minori dimensioni (M&S Logistica Srl, Dueelle Logistica Srl, ecc.), caratterizzandosi sempre di più come territorio vocato alla logistica.

Recentemente, il settore ha registrato l’insediamento lungo la provinciale per Sale della Tortona Green Logistics Park controllata del gruppo tedesco Aquila Capital, che prevede la realizzazione di due capannoni per più di 153 mila metri quadri. Il primo, che occupa una superficie di oltre 51 mila metri, è stato completato a settembre 2022 ed affittato a MacSped, spedizioniere alessandrino in forte sviluppo. Un ulteriore insediamento è previsto per i prossimi mesi lungo la statale per Alessandria, nella frazione Torre Garofoli (regione Gerola), su terreni di proprietà della Ecoprogram di Milano. Occuperà un’area di 32.910 metri quadri e il capannone che sarà costruito avrà una superficie complessiva di 14.430 metri quadri. Al momento, la proprietà sta ancora valutando se vendere il centro logistico o darlo in gestione.

L’evoluzione verso la logistica dell’economia cittadina era stata oggetto di valutazioni in studi e piani socioeconomici già a partire dal 1999, quando il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Alessandria individuò tra gli obiettivi per l’area di Tortona “la valorizzazione del ruolo logistico e intermodale anche con riferimento al sistema portuale ligure (Rivalta Scrivia)”. All’inizio del terzo millennio, il Censis, tra le oltre cinquanta realtà territoriali vocate in Italia alla formazione dei distretti industriali, aveva individuato quella Tortonese per la logistica, mentre nel 2010 uno studio di Unioncamere Piemonte aveva attribuito, in base al numero delle unità locali e degli addetti, all’Ambito di integrazione territoriale di Tortona l’indice di specializzazione più elevato (pari a 5,7) proprio con riferimento al gruppo di attività economica della movimentazione merci.

A Tortona, la logistica conta sessant’anni di vita, che sono stati caratterizzati da innumerevoli successi, ma anche da qualche insuccesso, come la chiusura dei magazzini generali Ensa, una società per azioni ancora attiva negli anni Settanta, oppure lo sviluppo dell’Interporto di Rivalta Scrivia non nella misura attesa o, forse, solo sognata. La presenza crescente del Gruppo Gavio, tuttavia, ha consentito al settore di diventare, con l’autotrasporto, la principale fonte di reddito e di occupazione locale e di porre le basi per un ulteriore sviluppo delle attività di deposito, trasporto stoccaggio, movimentazione e manipolazione delle merci. Non a caso, infatti, al 31 dicembre 2022, avevano sede a Tortona 7 imprese con 489 addetti, ai quali vanno aggiunti gli occupati nelle unità locali di imprese con sede in altri comuni e gli addetti alle cooperative che operano presso gli impianti logistici.

Storicamente Tortona è terra di passaggio e di incontro. L’assetto geomorfologico del suo territorio, già in epoca preistorica, quando le vie di comunicazione naturali erano essenziali per rendere possibile i contatti e gli scambi, Der Ton era snodo dei percorsi nord-sud sulla direttrice est-ovest; la romana Dertona era il punto di raccordo di tre vie consolari ed era dotata di un porto-canale. Anche la Terdona medievale è stata al centro di importanti flussi commerciali, tanto che Teodorico, re degli Ostrogoti, la nominò “granaio della Liguria”. Dunque, il fatto che, circa millecinquecento anni dopo, Tortona sia diventata una delle capitali italiane dell’autotrasporto, per la presenza di importanti vie stradali ed autostradali, oltre che ferroviarie, e che oggi torni ad essere al centro di importanti traffici commerciali, non può stupire, perché conferma una vocazione che la città e il territorio hanno espresso, senza soluzione di continuità, fin dall’antichità, nel bene e nel male. Infatti, essere in posizione strategica e terra di passaggio non sempre è positivo: un tempo generava anche violenza (quanti assedi e distruzioni conta la storia locale!), oggi traffico pesante, consumo del suolo e inquinamento; essere terra di scambio, produce per i suoi abitanti lavoro e ricchezza, conoscenza e dialogo, capacità di accoglienza e di resilienza.

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