Cappellani ospedalieri e Pastorale della salute

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In dialogo con il responsabile don Chiapuzzi e il vescovo

TORTONA – Giovedì scorso, in Episcopio, si è svolto il primo incontro tra il vescovo Mons. Guido Marini, don Michele Chiapuzzi responsabile diocesano della Pastorale della Salute e i cappellani ospedalieri della Diocesi, per progettare un cammino condiviso e comunitario. Il cappuccino padre Manolo Librera per Tortona, il padre giuseppino Jonson Mandocara per Novi Ligure, l’orionino don Luigi Ragazzo per Voghera e il parroco don Giorgio Cesena per Stradella hanno potuto dialogare con don Chiapuzzi e il vescovo riflettendo sul percorso futuro da realizzare insieme. Il cappellano dell’ospedale, come ha spiegato don Chiapuzzi, è una figura importante che, fin dagli anni ’70, è stato riconosciuto, a pieno titolo, come uno dei membri fondamentali dell’equipe terapeutica a sottolineare come la dimensione spirituale è parte del tutto.

All’assistente spirituale non sono richieste conoscenze specifiche di tipo medico, ma di supportare le scelte etiche e bioetiche di quanti operano nella sanità e per fare questo non può ignorare completamente l’argomento sanitario, e, perciò, deve essere formato in modo adeguato. Deve, dunque, conoscere le normative che regolamentano il suo incarico, per evitare che la sua presenza sia considerata un’estrema ratio, necessaria solo in caso di morte imminente. Il cappellano non è chiamato solo ad amministrare i sacramenti, ma soprattutto a costruire una relazione, a dare una lettura professionale alle diverse situazioni e per questo è fondamentale che vi siano una buona preparazione e un costante aggiornamento. La Pastorale della salute, infatti, come ha sottolineato don Chiapuzzi, è una realtà a tutto tondo, che abbraccia vari aspetti, perché il malato è una persona completa, che, in un determinato momento della vita, è colpita dall’infermità. In quanto persona, chi affronta la malattia porta con sé le sue peculiarità e il suo mondo e spesso nella sofferenza sono coinvolti gli affetti familiari e quanti fanno parte della sua vita. La Pastorale della salute, inoltre, vuole essere di supporto e favorire il dialogo anche sui grandi temi della vita. I presenti hanno poi preso in esame l’inizio di un cammino condiviso verso la creazione della prima cappellania in diocesi.

La cappellania è come una “parrocchia” che estende la sua attività pastorale su tutto ciò che nel territorio ha a che fare con il mondo della sofferenza. L’assistente spirituale in questo contesto non agisce solo, ma ha bisogno di collaboratori che si adoperino nelle varie realtà e che lo possano coadiuvare nel suo compito. Il cappellano ospedaliero diventa la figura chiave della cappellania, all’interno delle quali possono coesistere diverse tipologie medico-assistenziali. La regione Piemonte, che per la Pastorale della Salute ha sempre fatto da apripista, è stata la prima a proporre l’istituzione delle cappellanie ospedaliere.

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