La Pasqua Ortodossa al Loreto
Il saluto di Mons. Marini alla comunità rumena nella parrocchia di San Teodoro Studita
TORTONA – “Cristos a inviat! Adevarat a inviat! Cristo è risorto! È vero che è risorto!” Questa “buona notizia”, proclamata a gran voce e più volte, nelle due lingue – rumeno e italiano – ha rotto il silenzio della piazzetta dell’Antico Borgo del Loreto, ai piedi del Castello, sabato 15 aprile, poco dopo la mezzanotte, quando, presso la parrocchia di San Teodoro Studita, dove i fratelli cristiani ortodossi, con la suggestiva cerimonia della Santa Luce, hanno dato inizio alla loro veglia pasquale 2023. Anche quest’anno, come accade spesso, i fedeli che seguono il calendario giuliano hanno celebrato il Triduo Santo e la Pasqua una settimana dopo i cattolici.
Dalla piccola chiesa, nel buio più totale, padre Catalin Aftodor, preceduto dagli stendardi, è uscito processionalmente sulla piazza, portando fasci di candele accese con il sacro fuoco e invitando nel canto i fedeli ad accostarsi per accendere a loro volta le proprie fiaccole. La luce si è propagata velocemente nella chiesa e nella piazza gremita. Padre Catalin ha ricordato come non siano le antiche tradizioni culinarie o le pratiche esteriori che soddisfano il desiderio dell’uomo, ma l’incontro con Cristo Risorto. Da qui, infatti, nascono i valori che rendono possibile la comunione fraterna, visivamente espressa in questa circostanza dalla presenza del sindaco, Federico Chiodi, e del vescovo, Mons. Guido Marini, insieme al delegato diocesano per l’ecumenismo, don Roberto Lovazzano, all’incaricato dei rapporti con le chiese ortodosse, don Gino Bava, al parroco della Cattedrale, don Claudio Baldi e al segretario vescovile, don Paolo Padrini, nonché alcuni laici impegnati nel cammino dell’unità dei cristiani. Il sindaco ha ringraziato per l’invito e ha augurato alla Comunità Rumena di coltivare le belle tradizioni della loro fede e di arricchire grazie ad esse l’intera Comunità tortonese.
Nel suo saluto Mons. Marini si è detto compiaciuto e commosso per il senso di grande comunione creatosi attorno al saluto di buona pasqua, che la chiesa ortodossa ha conservato nella forma originaria, primitiva “Cristo è risorto!” Il vescovo ha ricordato come questo annuncio sia il nucleo fondante della comune fede in Cristo Risorto e come la luce accesa in questa notte di gioia sia un segno del grande compito che il Risorto ci affida: conservare la Sua luce nel cuore e, soprattutto, portarla là dove viviamo la nostra quotidianità.
Luisa Iotti