Largo alle donne!

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Come non approfittare dell’assenza di Gianni per una settimana e impadronirmi di penna e calamaio (si fa per dire) per agire in autonomia senza controlli, commenti, integrazioni, critiche? È un’occasione unica e sono decisa ad approfittarne.

Gianni è partito per un viaggio-studio che durerà una settimana con i vincitori di un concorso dedicato alle scuole superiori della Provincia (destinazione Normandia e le spiagge teatro dello sbarco alleato, la linea Maginot, Mont St. Michel e altro): di sicuro avrà molto da raccontare sul prossimo numero… e non si tirerà indietro. Alle scoperte del viaggio si aggiungeranno gli incontri e le avventure che caratterizzano normalmente la sua esistenza quotidiana, e che avevano fatto dire una volta alla nostra Lorenza bambina: «Papà, dove vai tu succede sempre qualcosa!».

Ma non è di lui che dobbiamo parlare, se no non vale…

Come dunque mi godo io questa settimana di libertà? Ecco un elenco esemplificativo e sintetico:

– Mi sveglio e mi alzo all’ora che voglio (e di solito è mattina molto presto), senza sentirmi dire «vieni a dormire ancora un po’»: Gianni lo dice per il mio benessere, ma se il sonno non viene non c’è niente da fare…

– Mangio quello che capita (in realtà, mi piace molto cucinare, ma quando sono da sola non trovo che ne valga la pena).

– Lavo i piatti a mano senza sentirmi in colpa per non usare la lavastoviglie, molto amata invece da Gianni, che ci tiene particolarmente a caricarla lui, sostenendo che le donne (nella fattispecie, sua moglie) non possiedono tecnica e criteri giusti (ma intanto riduce il pavimento intorno all’elettrodomestico a una palude).

– Non devo riordinare più volte al giorno il bagno, sede di sgocciolamenti a pioggia dovuti anche al semplice lavaggio delle mani, con conseguente strazio del pavimento, percorso in lungo e in largo sui tratti bagnati.

– Lavoro facendo pause irregolari e ignorando l’orologio…

– Posso andare da sola al supermercato. A Gianni piace accompagnarmi a fare la spesa, indicarmi con soddisfazione i prodotti in offerta (che però spesso, ahimè, costano più di quelli che scelgo io, più esperta nella lettura dei cartellini che indicano il prezzo al chilo), scovare strani alimenti esotici, fare scorte non necessarie… e poi tende a perdersi – e a perdermi – rendendo spesso necessaria una chiamata telefonica d’emergenza, da un lato all’altro dello scaffale che ci divide.

Sì, tutto vero: ma nel frattempo sbircio lo smartphone per vedere se arrivano messaggi dalla terra di Francia, messaggi che in queste circostanze assumono forma “poetica” (vi avevamo già parlato, credo, dei nostri scambi di notizie in forma di filastrocche con rime bizzarre, ma sempre rispettosi di prosodia e metrica… è un vizio che non perdiamo, anzi con l’età si rafforza!).

E poi, la casa è fin troppo ordinata e silenziosa.

Allora, Gianni, torni o no?

cantiamolavita@katamail.com

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