Cantine in fermento

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Il presidente di “Terre” Callegari scrive ai soci; prime sentenze di condanna per il crac di “La Versa”; va deserta l’asta per la vendita dell’immobile dell’azienda di Canneto

SANTA MARIA DELLA VERSA – Acque agitate alla cantina sociale “Terre d’Oltrepò”. Mentre arrivano le prime sentenze di condanna per il fallimento di “La Versa”, il presidente della coop oltrepadana, Lorenzo Callegari, scrive ai soci illustrando le criticità trovate in questi primi mesi di mandato e scatenando la reazione degli ex amministratori Enrico Bardone ed Emilio Bosini. Intanto, va deserta la prima asta per la vendita dell’immobile della ex cantina sociale di Canneto Pavese.

Per il crac di “La Versa” arrivano le prime tre sentenze di condanna (e un’assoluzione) per le accuse di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e fatturazioni per operazioni inesistenti: il Tribunale di Pavia ha giudicato colpevoli e ha condannato Abele Lanzanova, 57 anni, di Brescia, amministratore delegato della cantina “La Versa” fino a luglio del 2016, quando fu arrestato, alla pena di 6 anni e 6 mesi; 5 anni è la pena decisa per Fabrizio Cordini, 60 anni, di Milano, ex socio della La Versa International Financial Spa, imprenditore vicino al manager bresciano, mentre per l’amministratore di un’altra società, il manager Davide Di Natale, di Brescia, accusato di avere emesso fatture fittizie, i giudici hanno deciso una pena di 1 anno e 6 mesi. Assoluzione, come chiesto anche dal pm Alberto Palermo, per Ezio Mutti, imprenditore sempre di Brescia, anche lui a processo con l’accusa di avere emesso fatture per operazioni inesistenti.

Intanto, si accende il dibattito a “Terre d’Oltrepò”, dopo che il presidente Lorenzo Callegari ha inviato una lettera ai 600 soci per fare un primo bilancio dei due mesi di mandato, segnalando alcune criticità riscontrate sia nell’organizzazione interna sia nella gestione delle giacenze; perplessità, inoltre, per l’assegnazione di alcuni incarichi da parte delle dirigenze precedenti della cantina e sul progetto di realizzazione degli impianti di depurazione negli stabilimenti di Broni e Casteggio, che il nuovo Cda sta cercando di rivedere. Pronta la replica degli ex amministratori Enrico Bardone ed Emilio Bosini, presidente e vice fino al gennaio scorso, che hanno difeso le scelte fatte, a partire dal piano triennale fino alla nomina dei direttori e all’avvio del contratto di solidarietà per evitare i licenziamenti del personale.

Sul fronte dell’ex cantina sociale di Canneto Pavese, infine, è andata deserta la prima asta per la vendita del complesso e del marchio alla cifra di 3,3 milioni di euro: il secondo tentativo si terrà a metà ottobre e, in quel caso, il prezzo base scenderà a 2,5 milioni di euro (con un’offerta minima di 2 milioni).

Oliviero Maggi

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