“Parlare col cuore” nella carità

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“Parlare col cuore. «Secondo verità nella carità»” è il tema della 57^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che cade domenica 21 maggio.

Scrive così Papa Francesco all’inizio del messaggio che la accompagna: “Una volta ascoltato l’altro con cuore puro, riusciremo anche a parlare seguendo la verità nell’amore (cfr Ef 4,15)”.

Cosa significa parlare con il cuore? E farlo con un cuore puro così come il Santo Padre ci chiede? La purezza non è questione “cosmetica”, né tantomeno il risultato di un nostro sforzo per “comunicare bene”; non deriva dalla scelta di “tecniche affascinanti”, di parole che attraggano cercando il consenso: troppo spesso anche la nostra comunicazione in ambito ecclesiale viene ridotta a questo.

In realtà, il cuore puro è quello che viene purificato da Dio, è quello che si abbandona in Lui, lasciandosi amare, affidandosi alla Sua Parola.

E la “verità” di cui si parla? Non è solo – come il Papa ci suggerisce citando San Paolo – questione di contenuti giusti da veicolare. Noi, al contrario, troppo spesso – e non solo in ambito ecclesiale – quando pensiamo alla comunicazione (e anche alle nostre comunicazioni quotidiane, concrete) ci poniamo in una prospettiva prevalentemente funzionale. A volte, rischiamo di concentrare l’attenzione sul comunicare bene, risolvendo tutto affidandoci a tecniche e strategie. Altre volte ci ritroviamo impegnati a comunicare “il bene”, concentrandoci però solo sui contenuti, con il rischio di comunicarli come se fossero “cose da fare”, regole da rispettare.

Così facendo, ci dimentichiamo che la comunicazione è prima di tutto relazione con Dio. È Lui, infatti, che ci parla per primo, è Lui il protagonista della comunicazione che ci raggiunge con il desiderio di stare con noi e di donarci Sé stesso. È Lui che, in Gesù Cristo, Parola eterna fatta carne per la nostra salvezza, entra in relazione con noi per comunicarci la Sua stessa Vita, che è anche Via e Verità.

Parlare con il cuore, dunque, significa anzitutto mettersi alla sequela di Gesù Cristo, “accordando” il nostro cuore al Suo, in virtù dell’opera che lo Spirito Santo compie in noi, e imparandone le parole, il linguaggio, lo stile.

Solo se lasciamo che il Cuore del Signore parli al nostro, anche il nostro cuore, purificato nell’Amore, diviene capace di comunicare davvero “bene” e “il bene” al cuore di tutti. Più apparteniamo al Signore Gesù e più cresce la nostra capacità di comunicare e di vivere con gli altri. Più siamo nel Suo cuore, più riusciremo – come ci dice il Papa – “a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro”.

Più purificheremo il nostro cuore alla sorgente dell’amore di Dio, e più avverrà, citando ancora le parole di Francesco “il miracolo dell’incontro, che ci fa guardare gli uni gli altri con compassione, accogliendo le reciproche fragilità con rispetto, anziché giudicare per sentito dire e seminare discordia e divisioni”.

Don Paolo Padrini

Direttore dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali

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