Gran finale delle Olimpiadi Iriensi

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Sabato scorso in piazza Duomo a Voghera la festa con la premiazione dei vincitori. Tanti i giovani atleti “scesi in campo” per condividere nello sport sogni e speranze

VOGHERA – Purtroppo Voghera non ha strappato a Parigi l’onore di ospitare i Giochi olimpici del 2024, ma ha deciso ugualmente di organizzare qualche torneo, un paio di gare e una manciata di giornate all’insegna dello sport. Così sono nate le Olimpiadi Iriensi, che si sono svolte a maggio. Sono il frutto di un progetto nato nel 2019, sospeso con la pandemia e ripreso in mano da un team di giovani coraggiosi, che frequentano l’oratorio “San Giovanni Bosco”, centro nevralgico (e a volte nevrotico) di questa umile e grande operazione. Si tratta di una competizione tra gli istituti superiori di Voghera, ramificata in un’ampia varietà di discipline, raggruppate in diverse giornate.

Le attività hanno visto protagonisti gli studenti in qualità di atleti e ambasciatori, chiamati a qualcosa di più alto della sola vittoria.

Il braciere olimpico è stato acceso sabato 6 maggio, prima della partenza della “Colour Run”, la corsa tra i campi caratterizzata dalle polveri colorate da cui sono investiti i partecipanti, diretta dai giovani dell’oratorio Don Orione; il giorno seguente, domenica 7 maggio, al Campo Giovani, ha continuato ad ardere con le discipline dell’atletica: 100 e 1500 metri, staffetta, salto in lungo, getto del peso e lancio del vortex. Nonostante il cielo uggioso e a tratti lacrimante, la fiamma dello sport ha continuato a brillare il 13 maggio, al Golf di Salice Terme, con beach volley, calcio, tennis, padel e basket 3vs3… a questi si sono aggiunti i tornei di scala 40 e scopone, perché anche i giochi di carte sono intensi ed emozionanti come gli altri.

Infine, quella che era una piccola scintilla, poi una tremula fiammella, si è trasformata in un incendio di gioventù. Il 19 maggio, presso la struttura della Polisportiva Vogherese, circa 200 dei 350 iscritti totali, si sono presentati per partecipare ai tornei di ping pong, biliardino e tiro con l’arco, assieme ai grandi sport di squadra: basket, pallavolo e calcio, le cui finali si sono tenute il giorno dopo. Il Palaoltrepò ha ospitato i primi due, mentre allo stadio Parisi, sotto la pioggia, si è giocata la finale del torneo di calcio.

Le Olimpiadi Iriensi sono molto di più che qualche pomeriggio speso a rincorrere un pallone. Sono, innanzitutto, un gruppo di ragazzi che ha speso le notti a organizzare l’evento nei mesi precedenti. Da questo primo gruppo ristretto la palla è passata agli studenti che, per movimentare la scena cittadina e abbattere le barriere tra scuole, si sono gettati in questa modesta e importante avventura, la prima di molte. Gli sforzi sono stati ripagati dal sorriso di chi ha partecipato e da quello spirito di determinazione che è la base dello sport e che è stato tirato fuori.

Le Olimpiadi Iriensi non sono solo persone, ma anche strutture, che sono state prestate da persone che hanno condiviso il nostro sogno e che sono state fondamentali per la sua buona riuscita. Per questo li ringraziamo vivamente, in vista di una collaborazione per l’anno prossimo. Persone, strutture, giornate e discipline; sembrano esserci tutti gli ingredienti per il successo… eppure manca qualcosa per la piena comprensione delle O- limpiadi Iriensi: il messaggio che ne è il fondamento. Don Cristiano Orezzi, parroco di Voghera e maggiore promotore dell’evento, ha personalmente preparato delle lettere da consegnare a ogni atleta, poco importa se vincitore o perdente, purché abbia lottato.

Ecco alcuni delle frasi del sacerdote: “Ti auguro di sentire la fatica… di provarci e riprovarci ancora”. “Ti auguro di imparare a vincere e di imparare a perdere… è chiesto ai primi di sentirsi responsabili degli ultimi uscendo dalla schiavitù del mio perché cresca la cultura del noi”. “Ti auguro di fare squadra”. “Questo sono le Olimpiadi Iriensi: un atto di amore, per te anzitutto e per questa città” e, infine, il motto “A Voghera il futuro scende in campo!”. Volevamo essere, e ci piace pensare di esserlo stato per davvero, un lampo a ciel sereno nella nostra città, a volte così vuota e grigia, sognavamo di scuoterla nel suo profondo e rimescolare le carte in gioco. Volevamo essere la prova che la generazione degli sdraiati è, invece, pron- ta a impegnarsi e fare grandi cose, a partire dallo sport, che unisce tutte le persone in un singolo coro. Con il linguaggio dell’impegno, della volontà e anche del sudore, che è universale e non conosce divisioni, abbiamo desiderato e, ancora speriamo, di avvicinare ragazzi che altrimenti sarebbero rimasti bloccati sulle loro isole di solitudine. Volevamo donare ai ragazzi l’attimo da cogliere, l’occasione per vincere e definirsi, perché una volta sentito il dolce sapore della vita non potessero più farne a meno.

Volevamo essere un faro anche per il resto della cittadinanza, un movimento che la coinvolgesse tutta in un abbraccio danzante.

E lo siamo stati davvero, grazie ad un flashmob ballerino, organizzato per l’ultima domenica della fiera dell’ascensione.

Sabato 27 maggio il grande epilogo: tutta la città è scesa in piazza Duomo per fare festa e concludere alla grande queste piccole, ma incredibili Olimpiadi Iriensi. Musica, cibo, divertimento, ospiti d’eccezione e medaglie per gli atleti che si sono distinti sono stati gli elementi che hanno reso speciale la festa finale. Al termine grandi sorprese per i ragazzi al “Banana” di Salice Terme.

Tommaso Nonna

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