Alunni coltelli

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

Nella mattinata di lunedì 29 maggio, all’Istituto “Alessandrini” di Abbiategrasso, la professoressa Elisabetta Condò è stata aggredita e ferita da uno studente di 16 anni con un coltello da caccia.

Immediatamente soccorsa, è stata ricoverata all’ospedale di Legnano e sottoposta a un intervento di chirurgia plastica al braccio destro per la ricostruzione dei tendini. Lo studente è stato arrestato e ora si trova ricoverato nel reparto di neuropsichiatria dell’adolescenza all’ospedale “San Paolo” di Milano, come disposto dalla Procura dei minorenni.

La notizia ha raggiunto il web quasi in tempo reale, poiché i compagni di classe hanno condiviso il video dell’accaduto, scatenando immediatamente un girotondo di interviste a psicologi, psichiatri, dirigenti scolastici, ministri e senatori vari che, chiudendo come di consueto la stalla dopo che i buoi sono scappati, hanno espresso solidarietà all’insegnante e rimarcato la necessità della presenza di sostegni psicologici nelle scuole.

La vicenda ha impressionato chi di noi è ancora studente e profondamente indignato chi ha frequentato le scuole ai tempi in cui ci si alzava in piedi quando entrava in classe un professore: «Incredibile! Siamo arrivati al punto in cui uno studente accoltella la professoressa perché gli ha affibbiato una sfilza di 4! E adesso tutti a cercare le cause: come al solito si tira in ballo la pandemia, poiché pare che, dopo i vari lockdown, gli stati depressivi e ansiosi siano aumentati esponenzialmente tra gli adolescenti… certo, può essere vero, ma io credo che la responsabilità sia soprattutto di noi genitori. Per istinto di protezione, immaturità o comodità, si cade nell’errore di giustificare sempre l’operato dei figli, con la conseguenza che questi non accettano le sconfitte e non sanno affrontare le difficoltà. Se io portavo a casa un brutto voto e provavo a sminuire, dicendo “Il prof. ce l’ha con me”, venivo immediatamente stoppata: “Non voglio sentire niente! La colpa è solo tua! I professori hanno sempre ragione!”» «Anche questo però è un atteggiamento esagerato. A sentir te non hai frequentato un liceo, ma un lager! Meno male che le cose sono cambiate. Questo ragazzo avrà qualche problema mentale e credo che la figura dello psicologo nelle scuole sia fondamentale per tutti: a volte è più facile parlare con uno sconosciuto che non con un genitore, perché non si ha paura di deluderlo e non ci sente giudicati.» «La scuola ai miei tempi era più selettiva, ma ci ha forgiato e, anche se nelle difficoltà contingenti abbiamo odiato qualche insegnante, non l’abbiamo certo accoltellato!» «Questa è una gran brutta storia, ma devo confessare che, in occasione della simulazione della seconda prova scritta di maturità, al termine di 6 ore di verifica bella tosta di matematica, qualche brutto pensiero mi ha assalito…»

silviamalaspina@libero.it

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