Il segreto del pilota ingegnere: l’umiltà di migliorare sempre

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Alessandro Pier Guidi, di Sarezzano, ha vinto la 100^ edizione della “24 Ore di Le Mans” con la sua Ferrari. Decisivo il sorpasso su Hirakawa della Toyota. E adesso vuole andare in bicicletta

Domenica 11 giugno sarà ricordata come una data memorabile per una vittoria tutta italiana in terra francese. La 100^ edizione della “24 Ore di Le Mans”, la celebre corsa automobilistica d’oltralpe, è stata vinta dalla Ferrari con un team tricolore, di cui fa parte un campione “nostrano”. A tagliare il traguardo, con la vettura numero 51, infatti, è stato il pilota tortonese Alessandro Pier Guidi, con i compagni Antonio Giovinazzi e James Calado.

Nel weekend del 10 e 11 giugno, per 24 ore, 62 macchine, tra prototipi e auto da corsa in stile granturismo, suddivise in quattro categorie (Hypercar, LMP2 e LMGTE Am) sono scese in pista per la più prestigiosa gara di automobilismo endurance del mondo, che quest’anno ha celebrato il centenario. La prima edizione, infatti, si era tenuta nel maggio del 1923.

Organizzata dall’A.C.O. (Automobile Club de l’Ouest), la corsa era il quarto appuntamento del Mondiale FIA World Endurance Championship (WEC 2023) e si è svolta sul “Circuit de la Sarthe”, situato in prossimità della città di Le Mans, nella regione francese della Loira, su un tracciato non permanente della lunghezza di 13,6 chilometri, che utilizza due strade dipartimentali.

Pier Guidi, Giovinazzi e Calado hanno regalato alla Ferrari la sua prima vittoria assoluta a Le Mans, dopo il successo ottenuto nel 1965 da Masten Gregory e Jochen Rindt, ben 58 anni fa, nella classe regina del mondiale Endurance, quella delle Hypercar. Nelle ultime due ore la Ferrari è passata in testa sulla Toyota con appena dieci secondi di vantaggio. Per la vittoria, come hanno spiegato gli esperti, è stato decisivo il sorpasso di Pier Guidi ai danni di Hirakawa su Toyota, a completamento di uno straordinario stint in cui il pilota aveva recuperato oltre 40 secondi.

Alessandro Pier Guidi, a bordo della Ferrari F499P n. 51, non solo ha portato il cavallino sul podio ma ha anche coronato la sua brillante carriera agonistica. Nato a Sarezzano 39 anni fa, il pilota, che al suo rientro è stato festeggiato da amici e fans, vanta un brillante palmares. Nelle interviste di questi giorni ha dichiarato di essere molto soddisfatto per questo successo straordinario perché «il prestigio, il blasone e l’emozione della vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans sono senza pari, ancora di più con il ritorno di Ferrari dopo 50 anni proprio nell’edizione del centenario».

Pier Guidi ha ricevuto i complimenti da tutti i vertici della Ferrari e dallo stesso presidente John Elkann, presente nei box, che ha evidenziato come questo risultato serve a ricordare «l’importanza di avere il coraggio e l’umiltà di migliorare sempre».

Il primo posto è frutto dell’esperienza pluriennale e vincente di Pier Guidi, il pilota “ingegnere”, come lo chiamano nell’ambiente, avendo una laurea in Ingegneria meccanica. A lui, infatti, interessa non solo correre ma anche «essere parte attiva del processo di sviluppo della macchina». Come ha raccontato, l’anno scorso è stato il primo a salirci: «Ho vissuto tutto lo sviluppo, dal principio fino ad adesso». Conoscere bene la vettura, secondo il pilota, permette di dare le indicazioni giuste all’ingegnere e capire quale modifica si sta facendo nello specifico.

Dopo Le Mans è già pronto a guardare oltre perché vede un ulteriore «margine di crescita». Nel racconto dell’esperienza leggendaria vissuta a Le Mans, è emerso il ricordo di due momenti di grande tensione, superati brillantemente. In due occasioni, infatti, la Ferrari non ripartiva. La prima volta Pier Guidi ha spiegato che ha chiesto l’aiuto in radio al suo ingegnere e, dopo la procedura di reset del sistema ibrido, ce l’ha fatta a proseguire. La seconda volta la situazione è stata da brivido per il problema all’ultimo stop però, anche in questo caso, il motore si è avviato e tutto è andato nel migliore dei modi, portando la casa di Maranello alla decima vittoria assoluta alla 24 Ore.

Ma quali sono le tappe della sua carriera? Alessandro ha iniziato a gareggiare in kart da bambino, debuttando in monoposto nel 2002, in Formula Renault. L’esordio con la Scuderia Playteam nel 2005 ha segnato l’inizio di una lunghissima sequenza di vittorie nei principali campionati GT europei al volante della Ferrari 360 Modena GTC. Dal 2017 è pilota ufficiale della Ferrari e ha vinto tutto quello poteva. Non ha mai dimenticato, però, il suo paese ed è orgoglioso delle colline del Tortonese che definisce una terra bella e ricca di buoni vini e di ottimi salumi, dove torna sempre con piacere. Prossimamente, dopo le auto, forse sarà possibile vederlo in sella a una bicicletta. A fine aprile, infatti, in un’intervista al Corriere Torino, aveva manifestato il desiderio di alzare il trofeo più grande e aveva annunciato che se avesse vinto il titolo a Le Mans nella top class, avrebbe pedalato da Tortona a Torino, percorrendo gli oltre 110 km sulle due ruote. Ora, dopo aver provato l’ebrezza della vittoria davanti a 300 mila spettatori, chissà che davvero non salga in sella e inizi a pedalare…

d.c.

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