Siete mai stati nel campo delle sette pertiche?

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L’ultimo spassoso romanzo di Ercole Bongiorni

La 42^ rassegna dei vini di Canneto Pavese domenica 16 luglio sarà la cornice di un evento culturale. Nella Sala della Cultura e del Vino, alle ore 17, infatti, si terrà la presentazione de Il campo delle sette pertiche, edito da Publicenter di Stradella, il nuovo libro di Ercole Bongiorni, che con questo arriva a quota 9. Tutti i suoi “lavori” hanno come comune denominatore l’amore per la storia locale e la civiltà contadina legata alla sua terra d’origine, l’Oltrepò pavese e in particolare la Valle Versa. Di quella zona erano originari i suoi genitori e lì è tornato a vivere, dopo la laurea in Economia e Commercio all’Università “Cattolica del S. Cuore” e una vita trascorsa a Milano. A Monteveneroso, frazione di Canneto Pavese, una volta in pensione, ha trovato il suo “buon ritiro” dove dedicarsi ad attività culturali e di carattere sociale e alla scrittura. L’ultima sua fatica letteraria si presenta come un “racconto fra vita paesana e realtà storica”, in cui, come spiega l’autore “le vicende del protagonista Giovanni si incontrano con il modo di vivere e soprattutto con la lingua parlata in un determinato periodo storico”, per cui il linguaggio usato è frutto del lavaggio dei panni “in da Versa” o meglio ancora “in dal Ri”, “un ruscelletto che nasce in territorio di Castana e che scorre in basso dentro una vallecola fra due colline parallele, sulle cui cime si guardano un po’ di traverso, almeno così dice la tradizione orale, quelli di Canneto e Monteveneroso”. I modi di dire e le espressioni dialettali, infatti, trovano un ampio spazio nelle pagine perché sono la cifra di tutti i personaggi. Lo stesso titolo del volume nasce da un famoso detto – “in dal sölit camp di sètt pèrtigh” – che si in senso figurato significa che “comunque la si giri è sempre la stessa storia!”. Ogni contadino, infatti, conosceva bene il suo terreno, che lavorava con fatica, alternandovi le coltivazioni e ricavandone quel poco che gli permetteva una miseria dignitosa. E di fronte ai cambiamenti indotti da nuovi sovrani, nuovi signori o nuovi padroni, sembrava mutare tutto, ma alla fine per lui rimanevano soltanto il suo campicello e la sua povertà. Protagonista della narrazione è un contadino che si era trovato a dover mangiare un intero salame e una grossa pagnotta per non pagare la gabella alla dogana. Di lui si conosce solo il nome, ammesso che fosse quello vero. Il fatto si sarebbe verificato pochi anni prima dell’unità nazionale quando l’Italia era suddivisa in vari stati, ed è stato trasmesso a voce di generazione in generazione. Nelle pagine di Bongiorni sono proprio questi aspetti che danno spessore al racconto e che incuriosiscono il lettore, pronto a scoprire come sono andate davvero le cose e a sorridere di fronte ad alcune situazioni che, con il senno di poi, sono fonte di un’ilare incredulità, tipiche di un mondo ormai lontano, ma ancora ben presente nella memoria collettiva.

d.c.

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