Tutto il fascino di Lucia

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di MARIA PIA E GIANNI MUSSINI

Nell’anno manzoniano non è male tornare su un personaggio dei Promessi sposi che ci fa sentire davvero “in famiglia”. Già abbiamo detto che nel 1974 – finiti gli studi – Maria Pia lavorò al Giornale di Montanelli, il quale la chiamava “Lucia Mondella” (aveva capito tutto, il toscanaccio). E forse già vi abbiamo detto che il nostro fidanzamento è stato un po’ tribolato, trovando nel nostro don Sandro un vero “padre Cristoforo”. Oggi però vogliamo scandalizzarvi, presentandovi – bum! – una Lucia Mondella in versione sexy. Ma niente paura: sono cose che sono sotto gli occhi di tutti i lettori dei Promessi sposi ma, chissà perché, di solito si trascurano o, peggio, si lasciano evaporare in astratto idealismo. E così, specie a scuola, ecco una Lucia spenta e melensa, “madonnina infilzata” distante da ogni compromissione umana, tanto meno carnale. Però Manzoni la sapeva lunga e in Lucia ha senza dubbio voluto offrire qualche realistico squarcio della sua amatissima moglie Enrichetta Blondel, testa dura calvinista prima di convertirsi (ma la testa uguale anche dopo). C’è dunque una verità vissuta, nel personaggio. Lucia era comunque una ragazza poco appariscente ma certo non priva di fascino, se è vero che un playboy come don Rodrigo si prese per lei una vera cotta (“Fuggiti insieme!”, grida quasi angosciato quando sa che i due promessi, complice padre Cristoforo, sono riusciti a eludere il rapimento). E che dire poi di quei due occhioni neri che “non piacevan punto”, a una bigotta come donna Prassede, la quale come tutte le bigotte aveva un fiuto infallibile per ogni pericolo erogeno? (E infatti quegli occhioni piacevano un sacco, vedi sopra, a don Rodrigo). Poi, certo, quei rossori continui… ma sono segno di un pudore che, secondo un libertino come Anatole France, conferisce alle donne “un fascino invincibile” (prendete nota, ragazze che ci leggete). Si capisce come un giornalista navigato come Beppe Severgnini consideri Lucia “più sexy di una modella”. Ma c’è un passo, in particolare, che rivela la profonda verità erotica del personaggio. Nella notte terribile al castello dell’Innominato, rinchiusa in una tetra cella in compagnia di una vecchia malvissuta, Lucia sembra cedere alla disperazione. Ma si ricorda che può “almen pregare”. Recita il rosario e, per corroborare la preghiera, fa un voto alla Vergine. Che cosa offre? Con la sua gran sapienza umana e cristiana, Manzoni ci dice testualmente: “quello che aveva di più caro, o che di più caro aveva avuto”. Non dunque banalmente e moralisticamente la “verginità”, ma piuttosto la sua sessualità coniugale, il suo Renzo: appunto ciò che aveva di più caro e che aveva già deciso di confermare nel sacramento del Matrimonio. Capito perché Lucia è più sexy di una modella? La sua sessualità è profonda, tutta interiore, ma balugina irresistibile da due occhioni che faranno la gioia di Renzo.

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