Il saluto di Broni a don Mario Bonati

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BRONI – Stare nel “campo” dello sport, per un ex giocatore di tennis come lui, in fondo è stato facile. L’atletica, però, stavolta. Don Mario Bonati (che ricusa il titolo di “Mons.”) si affida alla metafora della staffetta per il suo saluto ai fedeli di Broni. Sta per finire la Santa Messa che domenica 22 ottobre l’ha visto per l’ultima volta parroco di quel paese in cui ha vissuto per 22 anni. Prende la parola e dice che il suo servizio, come quello degli altri sacerdoti, è una staffetta: ora è giunto il momento di passare il testimone. La corsa è stata intensa, lunga, tra accelerazioni e soste, gioie e dolori della vita, incontri, parole, abbracci, preghiera, silenzio, estati e inverni, stagioni irripetibili, salite al Monte di san Contardo, discese nella profondità del Vangelo, accidenti, sorrisi, luci, tante luci: ma ciò che conta non è la vittoria e nemmeno la sconfitta, è avere sempre davanti, chiara, la meta cioè servire il Signore ed essere umili lavoratori nella sua vigna. Di viti e vignaioli sono piene le contrade e le colline attorno al re dei paesi. Tutti, qui, hanno conosciuto don Mario e lui è stato guida, padre, fratello, amico. Ha fatto tanto, senza clamori, per i poveri. Tanto per la sua chiesa. Tanto per i giovani, compresi i “suoi” curati. Così non destava meraviglia che la basilica di san Pietro fosse, prima di tutto, stracolma di gente. Sindaci, autorità, cittadini di Zocca che condividono lo stesso fervore per Contardo, ma in modo particolare la gente di Broni. Ogni persona commossa, pronta al saluto. Ogni persona con in tasca un momento che domenica si è trasformato in ricordo: la volta in cui don Mario mi ha dato un consiglio, in cui ha recitato il santo rosario per un defunto, in cui ha unito in matrimonio mio figlio, ha battezzato mia figlia, ha fatto rinascere la speranza durante la confessione. Non si è parroci se non in mezzo alla gente. Dalla canonica alla chiesa c’è uno stretto passaggio che don Mario ha percorso milioni di volte: il suo spazio era quello: sopra l’altare e in ufficio ad accogliere chi lo cercava. Non di spazi enormi, ci diceva qualcuno, abbiamo bisogno per riempirli con l’amore del Signore, ma di spazi vuoti. È emozionato don Mario, il cuore in fibrillazione, davvero, perché è da qualche mese che gli gioca brutti scherzi, ma non lo dà troppo a vedere. È il suo carattere; il suo stile. E durante l’omelia ritorna a fare il parroco, a commentare il vangelo del giorno, a ribadire che prima di se stesso viene Lui, che continuerà a servire. La Messa si era aperta con un indirizzo di ringraziamento letto a nome della comunità dal collaboratore parrocchiale Emilio Gallopin. Al termine della celebrazione, animata dai canti della Cappella “Maria Immacolata” e del coro “Giovanni Paolo II” diretti da Vanni Zunardi, è intervenuto il sindaco Antonio Riviezzi che ha avuto parole di gratitudine: «Nonostante la natura laica del mio ruolo, sento la responsabilità di ringraziare don Mario per tutto ciò che ha fatto per la nostra città. Questo ringraziamento va al di là degli aspetti soggettivi o del significato religioso del suo lavoro, perché la figura del sacerdote non è esclusiva dei credenti, ma può essere, e in questo caso è stata, un punto di riferimento per l’intera comunità». Insieme al primo cittadino bronese, c’erano autorità civili e militari, nonché rappresentanti delle associazioni operanti in città. Da Zocca sono giunti il sindaco Federico Ropa e il parroco don Marcin Rafal Lofek che ha concelebrato insieme a don Mario e al vicario foraneo don Luciano Chiesa. Ha assistito padre Grec Toader, parroco della chiesa rumeno-ortodossa di Stradella. Al termine della celebrazione, a sorpresa, è giunto il vescovo Mons. Guido Marini che ha voluto essere presente di persona ed esprimere il proprio ringraziamento a don Bonati. Nel suo intervento, riprendendo le parole di Papa Francesco, ha detto che il sacerdote deve avere a cuore quattro “vicinanze”: con il suo vescovo, con i confratelli sacerdoti, con la sua gente e prima di tutto con il Signore. Caratteristiche, ha affermato Mons. Marini, che hanno fatto e fanno di don Mario un autentico pastore. Mons. Mario Bonati continuerà il suo ministero in qualità di vicario generale della Diocesi e nelle parrocchie di Baselica di Albaredo Arnaboldi, di Mezzanino e di Rocca de’ Giorgi. Domenica 29 ottobre il nuovo parroco don Gian Paolo Civillini sarà accolto alle 10.30 dal sindaco in piazza Garibaldi e poi si porterà in basilica per la Santa Messa presieduta dal vescovo.

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