Domande scomode

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di SILVIA MALASPINA E CAROLINA MANGIAROTTI

La separazione della coppia Giorgia Meloni – Andrea Giambruno ha monopolizzato l’attenzione dei media per giorni: se ne è parlato in tutte le salse, la vicenda è stata scandagliata sotto ogni punto di vista: giornalisti o sedicenti tali, opinionisti, comici, blogger, hanno voluto dire la loro non solo sulla separazione, ma soprattutto sul casus belli, il comportamento inappropriato, per usare un eufemismo, di Giambruno. Gli ormai celeberrimi “fuori onda” sono dilagati come una sorta di inarrestabile “Blob, il fluido mortale” tanto che conosciamo a memoria le esternazioni dell’ex first gentleman, i cui neologismi cromatici (il famigerato blu Estoril) stanno addirittura diventando espressioni di uso comune. Indignate, sempre per usare un eufemismo, dalle gesta di Giambruno, ci siamo permesse alcune amare riflessioni: è mai possibile che a nessuno di questi autodefinitisi “giornalisti laici” sia sovvenuto che nella vergognosa vicenda non sono coinvolti solo un uomo e una donna adulti, ma anche la loro figlia di 7 anni? Ginevra Giambruno frequenta la scuola, sa leggere, saprà usare, come i suoi coetanei, i vari dispositivi informatici: cosa potrà pensare nel vedere che i non onorevoli atteggiamenti del proprio padre sono stati sbattuti in TV all’ora di cena e sulle prime pagine dei giornali? Quali reazioni potrà avere di fronte alle battutine che inevitabilmente dovrà subire da qualche compagno, poiché i bambini sanno essere affettuosi, ma anche crudeli? E se, idealmente, si riuscisse a preservarla da tutto questo, resta il fatto che ciò che viene pubblicato in Rete non può essere del tutto cancellato e quindi vi ci si potrà imbattere anche a distanza di anni. Sappiamo bene come il primo amore di ogni figlia sia il papà: perché infliggerle una delusione così cocente? Se i genitori avessero deciso di separarsi, non era preferibile che ciò avvenisse con i loro tempi e con le modalità che avevano il sacrosanto diritto di stabilire, preparando la figlia e fornendole spiegazioni magari edulcorate, ma che le avrebbero forse risparmiato sofferenza? A qualcuno di questi “professionisti” del giornalismo e dell’intrattenimento non sarà risuonata una flebile vocina nell’obnubilata coscienza, che suggeriva di lasciar perdere, poiché si trattava di un affaire privato e che le riprovevoli avances alle giovani colleghe da parte del compagno della Premiere Dame avrebbero dovuto subire sì il linciaggio, ma non quello mediatico, bensì quello, immaginiamo giustamente furibondo, della medesima? Sono tante, come si vede, le domande che ci siamo poste, e abbiamo convenuto che la misera e non soddisfacente risposta può solo essere: «Sì, tutto è giustificabile per aumentare l’audience e raccogliere followers». Che tristezza!

silviamalaspina@libero.it

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