L’ex Ilva di Novi non deve chiudere
Lavoratori e sindacati in piazza con il sindaco Rocchino Muliere
NOVI LIGURE – Circa duemila tra operai e delegati sindacali di varie aziende del territorio venerdì scorso hanno preso parte alla manifestazione cittadina, legata allo sciopero nazionale del settore privato proclamato da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria. I partecipanti si sono dati appuntamento sul piazzale dello stabilimento ex Ilva formando un corteo guidato dai dipendenti del colosso siderurgico in crisi ormai da anni, proseguito poi in centro fino ai giardini pubblici. «Si è consumato l’ennesimo atto vergognoso nei confronti di migliaia di lavoratori e di intere comunità. L’assemblea dei soci non ha assunto alcuna decisione, Arcelor Mittal ha preso ulteriormente tempo e ha deciso di non mettere le mani al portafoglio per salvare l’ex Ilva come auspicava il Governo, l’unico ancora a credere a questo socio. – ha sottolineato Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm – Gli obiettivi di Mittal sono chiari: chiudere gli stabilimenti italiani, distruggere la nostra siderurgia, investire in altri paesi e prendersi il mercato italiano. Come può il Governo continuare a fidarsi di un gruppo industriale che in quattro anni ha combinato solo ed esclusivamente guai? Caro Governo, fermati e ascolta queste piazze, i lavoratori, chi non arriva a fine mese, il Paese reale. In questa manovra non ci sono luci e ombre, questa manovra è da cancellare completamente». Tra i lavoratori c’era anche Rocchino Muliere, unico sindaco presente nelle scorse settimane durante la manifestazione a Roma. L’organico dello stabilimento novese è sceso sotto le 600 unità e la cassa integrazione prosegue ormai da anni. La scorsa primavera, Cgil e Cisl, ma non Uil, avevano sottoscritto un accordo per il rinnovo degli ammortizzatori sociali fino al 17 marzo 2024, che prevede la rotazione fino a un massimo di 155 dipendenti al giorno. Durante il corteo, ha preso la parola anche Piero Frescucci, delegato rsu Pernigotti protagonista di una lunga vertenza che ha poi portato al salvataggio della nota realtà dolciaria locale. «Pure noi abbiamo attraversato dei momenti veramente brutti ma non ci siamo fatti prendere dal panico. Abbiamo deciso di lottare e messo in campo tutto quello che era umanamente possibile fare. – ha evidenziato – A distanza di cinque anni siamo riusciti a far riaprire l’azienda e ora stiamo di nuovo lavorando. Non pensiate che le cose vadano in maniera ineluttabile. Se ci si crede e si rimane uniti si possono raggiungere grandi obiettivi».
Luca Lovelli