Agire con urgenza per salvare l’ex Ilva

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Il sindaco a Roma con i vertici della Regione. L’amministrazione straordinaria è alle porte

NOVI LIGURE- Si è svolta martedì scorso in Commissione Industria al Senato l’audizione della Regione Piemonte sulla crisi dell’ex Ilva. Hanno partecipato il presidente Alberto Cirio, l’assessore al Lavoro Elena Chiorino, i sindaci di Novi Ligure Rocchino Muliere, di Racconigi Valerio Oderda e il vice sindaco di Gattinara Daniele Baglione. La Regione Piemonte segue la vicenda dell’Ilva con un tavolo permanente insieme ad amministratori e sindacati: la prossima riunione del tavolo è prevista venerdì 9 febbraio a Novi Ligure, sede del principale stabilimento Ilva in Piemonte, alle ore 9.30 al Museo dei Campionissimi. «Ho espresso la preoccupazione di tutta la città per la grave situazione. Oggi l’ex Ilva di Novi occupa 600 lavoratori, più altri 200/250 dell’indotto, tra quelli dell’autotrasporto, manutenzione, pulizie, movimentazione, mensa, e se i lavoratori dipendenti usufruiranno degli ammortizzatori sociali, quelli dell’indotto rischiano di non avere nessuna copertura. – dichiara il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere – Oggi lo stabilimento è praticamente fermo perché non arrivano rotoli d’acciaio da Taranto. La situazione rischia di diventare insostenibile e sta crescendo in città, e soprattutto tra i lavoratori, un clima di attesa e di rabbia. Fino ad oggi c’è stato un grande senso di responsabilità da parte di tutti, ma se non dovessero arrivare risposte certe nei prossimi giorni i rischi di tenuta sociale sono forti». L’amministrazione straordinaria, intanto, si avvicina sempre di più. Il tribunale di Milano ha, infatti, respinto il ricorso avanzato da Lucia Morselli, amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, contro la richiesta di avvio della procedura. Il decreto del Governo è stato quindi dichiarato legittimo. L’azienda è al momento controllata da ArcelorMittal al 62%, con partecipazione statale al 38%. A margine della sentenza, Michele De Palma, segretario generale di Fiom, e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil, hanno sottolineato ancora una volta come siano a rischio centinaia di posti di lavoro: «Chiediamo la ripresa del confronto a Palazzo Chigi e alle forze politiche in Parlamento di intervenire per migliorare i due decreti e garantire realmente la continuità produttiva, gli ammortizzatori sociali, e la salvaguardia occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori diretti e occupati negli appalti di servizi». La sentenza «dimostra ancora una volta che non c’è più tempo. Occorre agire con urgenza per mettere in sicurezza la più grande acciaieria d’Europa, i lavoratori, diretti, indiretti e degli appalti e l’ambiente». A Novi, intanto, dei 700 lavoratori sotto contratto a inizio 2019, ne rimangono all’incirca 590. L’ultimo accordo sulla cassa integrazione prevede una rotazione di un massimo di 155 lavoratori al giorno fino al 17 marzo. «L’attenzione che riserviamo al tema è massima. aggiunge Cirio – Il monitoraggio degli sviluppi, al fine di tutelare i lavoratori, è e sarà costante. Abbiamo ascoltato la preoccupazione e la posizione dei sindacati e dei primi cittadini. Seguiamo con la massima considerazione l’iter di una situazione di una complessità tale da poter essere gestita solo a livello nazionale. Di fronte abbiamo anche la questione dei lavoratori dell’indotto sul nostro territorio».

Luca Lovelli

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