Mutui affitti e famiglie in apnea

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di Cesare Raviolo

Secondo l’Istat, nel 2022, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dell’1,6%, mentre la propensione al risparmio è scesa a 8,0 dal 13,8% del 2021. I dati – e anche il nostro portafoglio!– dicono che, sempre più spesso, le entrate, soprattutto da lavoro, sono insufficienti a far fronte alle spese familiari. Ciò non deve stupire: l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è cresciuto, nel biennio 2021-2022, del 10,6% circa, a fronte di un aumento degli stipendi del 4,0%, con una perdita netta del potere d’acquisto di oltre 6 punti percentuali. Gli aumenti di stipendi e pensioni, essendo stati inferiori all’inflazione, sono stati “mangiati” dal costo della vita. Infatti, le famiglie hanno dovuto fare i conti con i prezzi crescenti dei beni primari per l’alimentazione, l’abitazione, ecc., contraendo gli acquisti di beni destinati al soddisfacimento di bisogni di civiltà (teatro, cinema, viaggi, ecc.). Il problema è stato sentito in misura maggiore da coloro che hanno in corso un mutuo. Nel tentativo di controllare l’inflazione, infatti, la Bce (Banca Centrale Europea) ha dato inizio, a luglio 2022, all’aumento dei tassi di riferimento, che, oggi, in Europa sono al 4,5%, il massimo nella storia dell’Unione; da qui deriva l’incremento del costo dei mutui, nuovi o a tasso variabile, erogati dalle banche per l’acquisto della casa. Anche gli affitti delle abitazioni hanno raggiunto livelli piuttosto elevati un po’ ovunque, mettendo in difficoltà molte famiglie e determinando una vera “esplosione” degli sfratti per morosità (+218% nel 2022 sul 2021). Del resto, a gennaio 2024, l’affitto per gli immobili residenziali era, in provincia di Alessandria, mediamente di 5,98 euro al mese per metro quadro, con un aumento del 4,73% rispetto a gennaio 2023 (5,71 euro mensili al mq). Dunque, tenuto conto di un reddito annuo medio (tra 22 e 28 mila euro) con il quale affrontare le spese minime per alimentazione, vestiario, abitazione, bollette, auto e trasporti, imposte e tasse, a fine mese, a una persona rimane in tasca, salvo imprevisti, qualche centinaio di euro. Caro mutui, caro affitti, caro vita non solo erodono il potere d’acquisto, ma limitano anche la possibilità di risparmio, costringendo a far ricorso a risorse accumulate in precedenza o, in mancanza, a crescenti rinunce e a maggiori debiti. Come auspicato in questi giorni dallo stesso Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, urgono interventi per dare respiro alle famiglie, adeguando gli stipendi al costo della vita.

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