All’ex Ilva arriva il commissario

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Nominato Giancarlo Quaranta per la procedura di amministrazione straordinaria. Costituito anche il tavolo tecnico regionale

NOVI LIGURE – Nella giornata del 20 febbraio è arrivata la notizia che Acciaierie di Italia, l’ex Ilva, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, con decreto del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha nominato anche il commissario straordinario. È Giancarlo Quaranta, professionista con lunga esperienza nel settore siderurgico che avrà il compito di realizzare una gara per l’acquisizione di un partner o di procedere alla vendita totale del gruppo. I sindacati hanno accolto positivamente la nomina di Quaranta, anche se non vengono meno la preoccupazione per il futuro e la richiesta di messa in sicurezza degli impianti e della continuità salariale. Il commissario era nell’acciaieria di Taranto lo scorso 2 febbraio per l’ispezione chiesta dal ministro Urso, che però non si è svolta a causa della mancata collaborazione di Acciaierie d’Italia che non ha inteso fornire i dati richiesti. Intanto, la scorsa settimana, a Torino, l’assessore regionale al lavoro Elena Chiorino ha incontrato il direttore regionale dell’Inps Filippo Bonanni, le sigle sindacali Fiom Cgil Piemonte, Fim Cisl AlessandriaAsti, Usr Cisl Piemonte, i delegati rsu aziendali degli stabilimenti di Novi Ligure e Racconigi e gli amministratori locali coinvolti, creando un tavolo tecnico nell’ambito della crisi dell’ex Ilva. «Il confronto è stato utile e proficuo per raccogliere le segnalazioni e le anomalie sugli ammortizzatori sociali presentate dalle sigle sindacali e dalle rsu. Sarà premura di Regione e Inps, in collaborazione con il Ministero del Lavoro presente in video collegamento, avviare le opportune verifiche sulle situazioni emerse. – si legge in una nota congiunta dei partecipanti all’incontro L’obiettivo, in totale sinergia e nel rispetto delle parti e dei ruoli, è quello di tutelare i lavoratori legati al gruppo siderurgico e all’indotto». Il prossimo tavolo, è già convocato per il 1° marzo a Novi. Alcuni dipendenti, intanto, hanno lasciato lo stabilimento nelle scorse settimane e la fuga generale continua. Dei 700 lavoratori presenti in organico a inizio 2019, ne rimangono meno di 590. L’ultimo accordo sulla cassa integrazione, firmato la scorsa primavera da Cgil, Cisl ma non da Uil, prevede una rotazione di un massimo di 155 persone al giorno fino al 17 marzo. In Piemonte sono oltre 3.000 i posti di lavoro a rischio, con l’indotto. «La fabbrica novese conta quasi 600 operai, ma sono molte di più le realtà coinvolte se contiamo manutentori, autotrasportatori, addetti alle mense e alle pulizie. – ha sottolineato il sindaco Rocchino Muliere – Anche per loro serve un piano di sostegno in attesa che l’ex Ilva possa tornare a produrre, con positive ricadute pure sull’occupazione che in questi anni è stata ridimensionata. In tanti hanno lasciato il gruppo, ma se i volumi produttivi torneranno quelli di un’azienda sana, dovrà per forza crescere». L’ ad Lucia Morselli, intanto, si è espressa in merito alle criticità maggiori legate alla crisi del colosso siderurgico e ha dichiarato l’azienda è viva, produce e paga gli stipendi con regolarità.« I 3 miliardi di debito? – afferma – Solo il 18% è scaduto. Il debito vero ammonta a un po’ meno di 700 milioni».

Luca Lovell

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