Con san Versiglia verso la gloria di Dio

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Domenica scorsa a Novi Ligure la festa diocesana in onore del martire originario di Oliva Gessi

NOVI LIGURE – Era il 25 febbraio 1930 quando in Cina morirono san Luigi Versiglia e san Callisto Caravario, vescovo e sacerdote salesiani, uccisi per aver difeso la fede cristiana. Esattamente 94 anni dopo, la Diocesi ha ricordato i due martiri con la solenne celebrazione nella Collegiata di Novi Ligure, che alle ore 16 ha accolto la statua di san Versiglia, giunta da Oliva Gessi, suo paese natale. Ogni anno, infatti, la festa in onore del santo e del suo compagno, è ospitata in una diversa parrocchia della Diocesi per rinnovare il culto e la devozione a un autentico testimone della fede e dell’amore di Dio, canonizzato da san Giovanni Paolo II nel 2000. Il vescovo Mons. Guido Marini ha presieduto la S. Messa concelebrata da don Angelo Vennarucci coparroco della Comunità pastorale “S. Teresa di Calcutta”, don Luca Ghiacci parroco della Comunità pastorale “San Luigi Versiglia” di Casteggio, don Stefano Calissano direttore del Centro Missionario Diocesano e il salesiano don Eligio Caprioglio direttore della Casa “San Luigi” di Chieri, alla presenza di don Massimo Bianchi e don Livio Vercesi entrambi parroci della Comunità pastorale “S. Teresa di Calcutta”, di mons. Marco Daniele ex parroco di Casteggio e Oliva Gessi e don Paolo Padrini segretario vescovile. I canti sono stati eseguiti dal coro novese “NovIncanto”. All’inizio dell’Eucaristia il vescovo ha incensato la statua del santo, portata in processione nella chiesa insieme alla reliquia. Poi ha preso la parola don Stefano Calissano per ringraziare i parroci di Novi e in particolare don Livio che “rappresenta la memoria storica dell’impegno missionario della Diocesi di Tortona”. Ha ricordato l’importanza del camminare insieme nella Chiesa accompagnati da san Versiglia, esempio dell’annuncio missionario del Vangelo. Nell’omelia Mons. Marini, ponendo l’accento sulle letture della seconda domenica di Quaresima, ha indicato tre percorsi di purificazione da compiere nel tempo quaresimale: «Il primo è quello che ci fa combattere contro l’impressione che Dio non sia per noi e non ci ami davvero; il secondo quello che ci fa combattere contro ogni sentimento contrario alla carità e all’amore e il terzo che ci fa combattere contro la menzogna per la quale ai nostri occhi il male appare bene e il bene appare male». Il vescovo, poi, ha invitato tutti a chiedere a san Luigi Versiglia la grazia di «compiere questi percorsi di purificazione interiore in Quaresima, perché solo così si può davvero godere della visione della gloria del Signore e, scoprire ancora una volta, che il Signore è il vero godimento della vita». E, in questo modo, è anche possibile comprendere che «la Quaresima non è un tempo da sopportare ma è un tempo da vivere con slancio, perché ci porta, attraverso la purificazione interiore, al godimento per la presenza di Dio nella nostra vita». Don Massimo Bianchi, prima della solenne benedizione, ha espresso gratitudine a Mons. Marini, al Centro Missionario diocesano, alla comunità di Oliva Gessi, ai sacerdoti e al coro. Al termine, il vescovo ha salutato personalmente tutti i presenti, prima della foto ricordo con i fedeli olivesi, accompagnati dal sindaco Andrea Defilippi e dal parroco don Luca Ghiacci.

Daniela Catalano

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