I gabbiani di Margherita
di Carlo Zeme
Chiedo sempre scusa quando rispondo a qualcuno con un messaggio vocale. Ho un rapporto di amore e odio con queste registrazioni audio che, in alcuni casi, mi fanno sentire a casa e meritano di essere ascoltate senza acceleratore, mentre in altri mi mettono ansia a tal punto di continuare a controllare quanto manca alla fine della pena. In ambito lavorativo poi le mie chat sono molto istituzionali. I miei colleghi, prendendomi in giro, leggono ad alta voce i messaggi che scrivo come se venisse declamato il verbale di una riunione di condominio. Ma io non ci posso fare niente se mi partono quei “rimango a disposizione” oppure “grazie mille in anticipo per l’attenzione” che mi avvolgono in un abbraccio accogliente e burocratico. La scorsa settimana ho dovuto rispondere velocemente a una collega che non vedevo e sentivo da tempo. Mi ha chiesto un’informazione banale e le ho dato una risposta semplice e veloce. Il cellulare si è illuminato e i miei occhi si sono posati sulla notifica con l’anteprima del messaggio sullo schermo. Ho pensato che la cosa più saggia fosse rispondere con un vocale. «Maria, perdonami se ti rispondo così ma ho le mani impegnate, comunque…» e sono partito con la breve registrazione. Sono tornato ad accudire Margherita con i sensi di colpa di un padre degenere, lei continuava a dormire beatamente mentre la dondolavo nella sua culla. La risposta della collega è arrivata dopo qualche minuto, nel frattempo le mie mani si sono liberate e ho letto: “Grazie Carlo, che meraviglia! Ho sentito in sottofondo i gabbiani, è bello pensare che tu sia al mare, ti auguro buone vacanze”. Un punto interrogativo sul volto: ho ripensato al momento in cui ho mandato quel messaggio vocale e poi finalmente ho risolto il rebus. I gabbiani erano in realtà gli ingranaggi poco oliati della culla che cigolavano e il mare che si è immaginata Maria era la cameretta di Margherita, al centro della pianura padana. Non mi sono sentito di deludere l’intuito della collega. Con una bugia bianca, questa volta per iscritto, le ho risposto: “Solo qualche giorno per staccare. A presto e buon lavoro”.
carlo.zeme@gmail.com