Caffè bruciato bollente
Di Carlo Zeme
Da sempre in ambito lavorativo mi sono contraddistinto per un’abilità particolare: la pausa caffè. Ho cambiato diversi ambienti di lavoro, varie mansioni e molti colleghi eppure non ho mai rinunciato al “caffè tossico” e bruciato delle macchinette. La mia tattica per non passare da fannullone è molto semplice: proporre a tutti i colleghi presenti il tanto agognato caffè. Succede poi che quasi sempre c’è chi la reputa un’ottima idea così da avere anche un po’ di compagnia mentre aspetti il bicchierino. Il corridoio del terzo piano è ovattato, senza finestre e con il pavimento rivestito da moquette che fa rimbalzare le nostre chiacchiere. «Lo prendo lungo senza zucchero – e aggiungo – comunque a metà novembre divento papà e non sto scherzando». Altro problema della mia quotidianità è quello di dover spiegare quando sono serio e non sto facendo cabaret. Prima di dare questa informazione fondamentale per la mia vita e per il resto della loro giornata ho aspettato che ci fossimo tutti alla cerimonia laica delle macchinette. Mi prendono sul serio. Mi viene chiesto il sesso, se è già pronta la cameretta, come l’ha presa la futura nonna, quale università le vorrei far frequentare e se nel 2050 le auto voleranno. Vengo omaggiato dei 30 centesimi per la bevanda, ma sopratutto il mio collega più anziano mi guarda negli occhi e mi dice: «Vedrai, il papà per i primi tre anni non serve a niente, poi comincerai a fare l’autista e l’accompagnerai a scuola». Dieci giorni fa ho avuto la fortuna di vivere la Festa del Papà da papà. Margherita è con noi da 100 giorni, mancano 2 anni e 9 mesi ai fatidici 3 anni di cui parlava il collega con esperienza. Le ho appena tolto il pannolino, l’ho pulita e lei ha fatto di nuovo la pipì bagnando il fasciatoio. Forse sono riuscito ad asciugare tutto, forse sono anche riuscito a cambiarla. Nel frattempo ho cambiato lavoro. Ogni giorno provo a essere utile, anche se per ora non devo accompagnarla a scuola, e una mattina le offrirò un caffè alle macchinette. Che se poi ha preso dalla mamma so già che prenderà la “bevanda” al gusto the al limone…
carlo.zeme@gmail.com