«Quanto era bella Onna»

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Di Ennio Chiodi

Giustino Parisse è scrittore e giornalista. Ha 64 anni. Vive a Onna, antico borgo nel comune dell’Aquila, con la moglie Dina. I figli Domenico e Maria Paola non sono con loro esattamente da quindici anni. Li ha portati via la furia distruttrice del terremoto del 6 aprile 2009, coperti dalle macerie di una antica casa di via dei Calzolai, insieme al nonno Domenico. Avevano 18 e 16 anni, erano nel pieno degli studi e della gioia di vivere, cominciavano a costruire il loro futuro. Domenico e Maria Paola sono 2 delle 40 vittime di Onna, dove vivevano 380 persone. Una vittima ogni dieci abitanti. Da allora Giustino nel ricordo e nel dolore si dedica caparbiamente, al lavoro e alla solidarietà per la sua comunità: «Quanto era bella Onna quella notte, prima dello scossone orrendo. – ricorda – La luna rischiarava i vicoli: via dei Calzolai, via Oppieti, via dei Martiri, via Ludovici, via della Ruetta, via delle Siepi. Dentro, mille anni di storia e milioni di storie: uomini e donne che quel piccolo paese in fondo alla Valle dell’Aterno avevano costruito e amato. In quella orrenda notte abbiamo perso tutto: le vite umane, le case, il nostro paese.» Via dei Martiri si chiama così perché è stata teatro – nel giugno del 1944 – di una feroce rappresaglia nazista seguita alle proteste per una razzia di cavalli rubati dai soldati tedeschi. Furono trucidate 17 persone e molte case furono distrutte e saccheggiate. La mattina del 6 aprile 2009 l’ambasciatore tedesco a Roma, Michael Steiner, appena sentita la notizia del terremoto, non perse tempo e chiamò Berlino. Era l’occasione per riparare, per chiedere finalmente scusa a quelle popolazioni e aprire una nuova, pulita, pagina di storia. Seguirono aiuti concreti, e un modernissimo piano di ricostruzione del villaggio, che sarebbe tornato a crescere con il suo antico aspetto, ma con rigidi criteri di sicurezza e funzionalità. Furono restaurati e ricostruiti subito, con fondi tedeschi, l’asilo, una struttura di servizio, la casa della Cultura e la bellissima chiesa romanica di san Pietro Apostolo. Grazie al villaggio di casette prefabbricate volute dalla Provincia di Trento, la comunità di Onna non si disperse e restò coesa. Imprese meritorie, in buona parte vanificate e rallentate dalla corruzione e da una paralizzante burocrazia. Oggi l’Aquila e Onna sono ricostruite al 70%. Giustino continua il suo lavoro ma non può dimenticare: «L’orrendo scossone. La corsa verso quelle camerette, il grido spezzato: papà, papà. Domenico arrivo, arrivo. Resisti, resisti. Polvere, sassi, disperazione. Dall’altra parte della casa il grido della mamma: Maria Paola è qui. Lo sento. Un barlume: arrivo ad aiutarti. No, solo speranza. L’orrendo scossone non perdona.» 

enniochiodi@gmail.com

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