“Musei ecclesiastici, una risorsa per il territorio”: il tema del XVI convegno nazionale dell’Amei
Alla due giorni a Bari era presente anche l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi
BARI – Nei giorni 22 e 23 aprile si è svolto a Bari il XVI convegno nazionale dell’Amei (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) sul tema “Musei Ecclesiastici, una risorsa per il territorio”. Per la Diocesi di Tortona erano presenti Lelia Rozzo e Silvia Malaspina, dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali. L’apertura dei lavori è stata affidata a Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto e a Giovanni Gardini, presidente Amei.
Il primo intervento è stato quello di don Luca Franceschini, direttore dell’Ufficio Nazionale Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana che ha sottolineato come i musei ecclesiastici rappresentino una grande risorsa sia in ambito pastorale, per il legame indissolubile con le comunità dei fedeli, sia in ambito didattico, in quanto efficace supporto all’insegnamento della religione cattolica. Il concetto è stato ripreso ed ampliato da don Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale: ha rimarcato come il legame musei – catechesi debba essere una plusvalenza per le Diocesi, non solo per quanto riguarda la catechesi dei bambini, ma soprattutto per la catechesi rivolta agli adulti.
Don Bulgarelli ha citato l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, nella quale Papa Francesco propone di recuperare il tema dell’arte e della bellezza: “Si rende necessario che la formazione nella via pulchritudinis sia inserita nella trasmissione della fede. È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, al fine di trasmettere la fede in un nuovo linguaggio parabolico”.
La relazione di don Luciano Zanchi, direttore scientifico della Fondazione Bernareggi di Bergamo, ha posto l’accento sulla necessità che i musei ecclesiastici diventino luoghi intergenerazionali nei quali si generino domande, alle quali si possa far fronte tramite un linguaggio nuovo, quel codice simbolico che l’arte sacra incarna e che può essere una miniera inesauribile per avvicinare le persone al sacro.
Luca dal Pozzolo, responsabile delle attività di ricerca in Fondazione Fitzcarraldo, ha rimarcato che i musei sono un concentrato di storia e di opportunità di memoria, poiché spesso fungono da rifugio protetto e presidiato per i beni culturali in pericolo. Siccome il Museo è, come affermava Umberto Eco, una ”macchina pigra”, deve essere attivato dalle comunità, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, che possono rivelarsi funzionali ad avvicinare i più giovani. A questo proposito illuminante l’esperienza raccontata da Ester Brunet, insegnante di religione in una scuola primaria di Padova, che ha avvicinato bambini di classi multiculturali e multireligiose all’arte sacra con successo. Conoscere le religioni attraverso l’arte apre al confronto, alla tolleranza e al dialogo, conducendo a risultati implicativi, immersivi e condivisi.
Gli interventi di don Giacomo Pompei, del Servizio Nazionale per l’Insegnamento della religione Cattolica e di don Umberto Bordoni, direttore della rivista Arte Cristiana hanno ribadito la strettissima connessione tra museo e scuola, poiché le espressioni artistiche sono spesso espressioni di fede. L’insegnamento della religione cattolica è offerto a tutti e si rivela un’opportunità preziosa per la conoscenza del Cristianesimo come radice della cultura europea.
Il convegno è proseguito con le visite guidate alla Cattedrale di Bari, agli scavi archeologici ad essa sottostanti e al Museo Diocesano di Bari, dove sono esposti alcuni rotoli di Exultet, pergamene liturgiche scritte e miniate nell’Italia meridionale tra il X e il XIV secolo. In chiusura della due giorni la visita guidata alla Pontificia Basilica di San Nicola, alla cripta dove sono custodite le reliquie del santo e al Museo Nicolaiano.