L’A.C. italiana “a braccia aperte” nel mondo e nella Chiesa

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Dal 25 al 28 aprile si è svolta a Roma la XVIII Assemblea italiana per il rinnovo delle cariche. Per la Diocesi hanno partecipato il presidente Paolo Zani con Sara Limoncini rappresentante dei Giovani e Nicola Merlini per l’A.C.R.

ROMA – Preceduta dalla festa in piazza San Pietro insieme al Papa, dal 25 al 28 aprile si è svolta a Sacrofano la XVIII Assemblea Nazionale dell’Azione Cattolica per fare il punto sul cammino e sulla storia dell’associazione e procedere al rinnovo triennale delle cariche. Che cosa ci ha detto e cosa ci ha lasciato questo incontro? Come sta l’A.C.? Ebbene, chi ha partecipato è tornato a casa con la convinzione di essere parte di un’associazione viva, piena di idee e di energia. Un’associazione “A braccia aperte” come recitava lo slogan dell’incontro con il Papa. “A braccia aperte” perfettamente inserita nel tempo attuale che non è bello o brutto, migliore o peggiore di altri ma semplicemente il tempo in cui siamo, in cui viviamo e in cui ciascuno ha l’occasione “per vivere a servizio del Vangelo nella Chiesa e nel Paese”. “A braccia aperte” una generazione verso l’altra, confermando e rafforzando la scelta di fondo del dialogo intergenerazionale per crescere insieme nel dialogo, nella corresponsabilità, nel protagonismo come dimostrato dai ragazzi dell’A.C.R. presenti all’assemblea che hanno contribuito con le loro idee al documento programmatico finale. “A braccia aperte” verso il Paese, confermando la scelta democratica come elemento caratterizzante della propria organizzazione. In un momento in cui le tentazioni autarchiche aumentano l’A.C. si impegna a custodire la democrazia perché nulla più di essa può garantire la partecipazione di ogni donna e di ogni uomo alle decisioni necessarie alla costruzione del bene comune. “A braccia aperte”, nel percorso sinodale della Chiesa. La sinodalità è parte del patrimonio genetico dell’A.C.: la citata intergenerazionalità, il dialogo continuo con i propri assistenti, il servizio nella Chiesa diocesana e nelle parrocchie ne sono segno tangibile, a maggior ragione in quest’epoca di trasformazione anche strutturale delle nostre comunità. Il Sinodo è un’opportunità per sognare e costruire insieme il cambiamento, la sinodalità uno stile che è per sempre. “A braccia aperte”, sempre e comunque perché, come ci ha ricordato il Papa, “l’abbraccio è la via della vita”.

Paolo Zani

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