Non ci avevamo pensato

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Di Carlo Zeme

«Se fate dormire Margherita nel lettone oltre il terzo mese poi non si toglierà più l’abitudine.» «Se le cambi il pannolino a metà notte poi si disorienta e dorme tutto il giorno…» «Se cominci subito a massaggiarle le gengive allora vedrai che quando escono i denti…» Se dovessi fare una lista di tutti i consigli che ci sono stati dati da quando Margherita è tra noi potrei scrivere un’enciclopedia fatta di esperienza collettiva che Diderot avrebbe solo da imparare. I consigli sono utili, e spesso si sente che sono dati con il cuore, mi colpiscono però quelli offerti in modo perentorio, quel “fidati, si fa così” con una sicurezza che se l’avessi io nelle cose di tutti i giorni oggi potrei essere il presidente del Consiglio. Da tutta la vita mi fanno venire il prurito coloro che hanno certezze assolute per ogni questione quotidiana o esistenziale. Le cose del mondo si dividono in bianco e nero, mentre il sottoscritto vive in una nuvola fatta di sfumature. L’esperienza del resto serve anche a questo, così ho scoperto che nei casi in cui ci venga consigliato qualcosa che sarebbe folle non seguire bisogna semplicemente lasciar terminare la frase al proprio interlocutore, guardarlo dritto negli occhi e dirgli: «Giusto, bella idea, non ci avevamo mai pensato: faremo sicuramente così.» L’interlocutore sicuro di sé viene spiazzato dal non dover argomentare ulteriormente e spesso chiude il discorso. Da quando applichiamo la teoria del “Giusto, bella idea” facciamo dormire Margherita sul fianco destro, ma anche quello sinistro, a testa in giù e pure in su. I pannolini li usiamo lavabili, usa e getta oppure misti. Lo svezzamento lo abbiamo iniziato al quarto, quinto e sesto mese con pappe, omogenizzati ma anche propinandole tutto ciò che mangiamo anche noi. Va da sé che alla fine l’ultima parola è di Margherita, che per fortuna, nonostante tutti i consigli, i libri letti e le informazioni accumulate, per ora ci risponde sempre con il suo meraviglioso “ghe”. Che vale più di mille parole e fiumi di inchiostro.

carlo.zeme@gmail.com

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