«Voi piccoli potete fare una vera rivoluzione»
Il grande evento. Lo scorso fine settimana si è tenuta a Roma la Giornata Mondiale dei Bambini. Da Kiev, da Gerusalemme, da Gaza, dal mondo… tutti con Papa Francesco per invocare la pace
DI PIER LUIGI FELTRI
Una grande festa di preghiera, speranza, colori. Con un pensiero speciale per la pace nel mondo. L’aveva pensata così Papa Francesco, quando annunciava alcuni mesi fa – il giorno dell’Immacolata per l’esattezza – la Giornata Mondiale dei Bambini. E così è stato l’evento, organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione, che ha visto una moltitudine di bambini e bambine con i loro accompagnatori arrivare a Roma da ogni parte della Terra.
C’erano anche i piccoli rappresentanti dei teatri di guerra, Ucraina e Terra Santa in primis, c’erano quelli di Kiev, di Gaza, di Gerusalemme, tutti stretti intorno a Francesco, un paterno “nonno vestito di bianco”, felici di essere con lui a invocare la fine delle sofferenze e a dire con la forza delle loro giovani voci che un mondo nuovo è possibile.
La Giornata si è svolta in due diverse location: sabato 25 maggio nel pomeriggio l’incontro con il Santo Padre allo stadio “Olimpico” e domenica 26 la Santa Messa e l’Angelus in piazza San Pietro. In entrambi i casi oltre 50.000 le presenze.
L’Olimpico è stato il palcoscenico di un intenso dialogo tra il Pontefice e i suoi piccoli amici in apertura del quale ha fatto concretamente vedere cosa significa fare pace, dando lui stesso la pace a uno dei presenti. «Farò vedere un gesto di pace. – ha detto Questo è un gesto di pace. Io vorrei che tutti voi facciate questo gesto, con i bambini e le bambine che avete accanto, un gesto di pace». «La pace è sempre possibile – ha continuato Francesco ma come si fa la pace? Come devo fare quando io ho un problema con un altro bambino?».
«Chiedere scusa e perdonare» la soluzione. «E nel nostro quartiere, nella scuola, c’è qualche lotta?». «Sì». «È importante andare avanti con la lotta?». «No». «Cosa dobbiamo fare?». «Fare la pace». «E come si fa la pace?». «Perdonando e chiedendo scusa».
«Cosa posso fare perché il mondo sia migliore? Parlarci amabilmente? Giocare insieme? Aiutare gli altri?» – le altre domande del Papa, salutate da un coro di “sì”.
Secondo il Santo Padre, «facendo queste cose il mondo sarà migliore. Avanti e coraggio!».
Una bambina gli chiede come è possibile aprire la porta del cuore dei grandi. «È una domanda intelligente. – la risposta – C’è tanta gente col cuore chiuso, col cuore duro, che sembra un muro. Non è facile, ma voi bambini dovete bussare alla porta dei grandi: mamma, papà, perché ci sono bambini che non hanno da mangiare? Perché c’è gente che dorme sulla strada, che non ha lavoro? Dovete fare queste domande, dovete farle a Dio. Voi bambini potete fare una vera rivoluzione con queste domande e con questa inquietudine».
«Io sono felice perché voi siete gioiosi, avete la speranza del futuro.– il pensiero di Bergoglio – Continuate ad essere gioiosi».
Domenica la Santa Messa in piazza San Pietro con il colonnato del Bernini che sembrava stringere in un forte abbraccio piccoli e grandi. Era la domenica in cui la Chiesa celebrava la Santissima Trinità. E proprio da qui il Pontefice è partito nella sua omelia: «Siamo qui per pregare insieme, per pregare Dio. Preghiamo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo: uno in tre persone».
Come il giorno prima, Francesco ha scelto di dialogare direttamente con la sua giovane platea, abbandonando il testo scritto. «Dio, uno in tre persone. – ha esordito – Il Padre, che ci ha creato tutti e ci ama tanto».
«E quando noi preghiamo Dio Padre, qual è la preghiera che tutti preghiamo? – ha chiesto ai bambini – Il Padre nostro. Preghiamo sempre Dio che ci accompagni nella vita, che ci faccia crescere». «E qual è il nome del figlio?». «Gesù». «Preghiamo Gesù, preghiamo Gesù perché ci aiuti, perché sia vicino a noi – ha continuato – e quando facciamo la comunione noi riceviamo Gesù, e Gesù ci perdona tutti i peccati».
«È vero che Gesù ci perdona tutto? Ma sempre perdona tutto? Sempre, sempre, sempre? – ha chiesto ancora Francesco – E se c’è un uomo o una donna peccatore, con tanti peccati, Gesù li perdona? Anche il più brutto dei peccatori? Non dimenticate questo: Gesù perdona tutto e perdona sempre e noi dobbiamo avere l’umiltà di chiedere perdono. Sono debole, la vita mi ha messo in difficoltà, ma tu perdoni tutto».
«Lo Spirito Santo – ha fatto più volte ripetere ai presenti il Santo Padre – è quello che ci accompagna nella vita».
Ma cos’è la Trinità?
«Non è facile – ha spiegato– perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi: noi riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo, nei sacramenti. Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita. Lo diciamo insieme. È quello che ci dice nel cuore le cose buone che dobbiamo fare. È quello che quando facciamo qualcosa di male ci rimprovera dentro. Lo Spirito Santo è quello che ci dà la forza, ci consola nelle difficoltà. Lo Spirito Santo ci accompagna nella vita».
«Siamo felici, tutti noi, perché crediamo. – ha concluso – La fede ci fa felici. E crediamo in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre che ci ha creato, Gesù che ci ha salvato e lo Spirito Santo ci accompagnano nella vita. Grazie tante a voi! Ma per essere sicuri, noi cristiani abbiamo una mamma. Voi sapete pregare la Madonna? Facciamolo adesso… Ave o Maria. Bravi, siete bravi! Pregate per noi, pregate per i genitori, per i nonni, per i bambini ammalati – ci sono tanti bambini ammalati – e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre».
«Salutate i vostri genitori, i vostri amici ma soprattutto – l’ultima richiesta del Papa – salutate i nonni».
Il Pontefice ha quindi annunciato che la prossima Giornata Mondiale dei Bambini si terrà a Roma nel settembre 2026.
È seguito il monologo di Roberto Benigni: «I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani». «I bambini – le parole del grande attore toscano – non sono un vaso da riempire, sono un fuoco da accendere, e voi accendete la fantasia. Inventate storie, perché diventerete unici, anche se lo siete già: ognuno di voi è protagonista di una storia che non si ripeterà più per l’eternità. Siete voi gli eroi della vostra vita. Le cose difficili dovete fare: e se sbagliate non vi preoccupate, provate e riprovate. Qualsiasi cosa fate, amatela: non accontentatevi di fare un buon lavoro, lo dovete fare al meglio. Non vi fidate di chi vi dice siate sicuri: dovete essere insicuri, più dubbi avete meglio è. Chiedete e non abbiate paura, come diceva Giovanni Paolo II. Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. Fate diventare il mondo più bello, noi non ci siamo riusciti. Cercate di portare il vostro contributo al bene».
(Foto Siciliani – Gennari/SIR)