Non-ultimo giorno di scuola

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Di Davide Bianchi

La scuola è finita, almeno per gli alunni. Giovedì 6 giugno era l’ultimo giorno di questo anno scolastico: dalla settimana prossima a scuola ci saranno solo gli insegnanti e il personale amministrativo, più o meno fino a luglio. La scuola si svuoterà del suo senso e diventerà per qualche mese un edificio dedito a pratiche esclusivamente burocratiche e organizzative. Il filosofo Bergson parlava di due registri temporali, completamente diversi tra loro: il tempo fisico, ossia quello oggettivo e cronologico, quantitativamente misurabile; e il tempo soggettivo, quello che percepiamo interiormente attraverso la nostra coscienza, attraverso le nostre esperienze vissute che sono irripetibili, uniche, singolari. Quest’ultimo si articola sotto forma di durata, non è riconducibile ad alcun criterio di misurazione matematica, ma il suo dispiegarsi è paragonabile metaforicamente a un gomitolo di lana o a una sinfonia musicale. Bergson lo chiama “tempo della vita”, ed è costituito dall’intreccio inestricabile ed esclusivo di nostri momenti personali, significativi, paradigmatici, che potranno essere sì da noi rievocati, ma mai rivissuti, mai replicati. Questo ineffabile e indecifrabile senso del tempo era lì presente al suono dell’ultima campanella che ha decretato la fine di dieci mesi di scuola. Era lì, stagliantesi sullo sfondo di un rapido scambio di sguardi increduli e disorientati tra Luisa e il sottoscritto. Il nostro tempo è letteralmente volato via, con la sua turbinosa durata, ci ha lasciato un senso di indistinto stupore, paragonabile a quello che si può provare quando si assiste increduli al gioco di un’eclissi, al passaggio di una stella cadente o al tenue dissolversi di un arcobaleno nel cielo. Le prime due ore della mattinata le ho impiegate a lavorare con i bambini. Ho detto loro che oggi non sarebbe stato il loro ultimo giorno di prima elementare, bensì il loro primo giorno di seconda. È una frase d’effetto che fa parte del mio repertorio. Abbiamo fatto alcune esercitazioni di matematica alla lavagna multimediale, poi abbiamo provato a risolvere insieme in inglese qualche espressione semplificata. Nelle ultime due ore la classe ha festeggiato meritatamente la fine del suo primo anno scolastico. Hanno banchettato secondo quello che è il loro stile: mangiando praticamente di tutto e condividendo tra loro il cibo portato dalle famiglie per l’occasione. Queste ultime hanno anche omaggiato noi insegnanti con dei regali molto graditi. Il nostro tempo lo abbiamo fatto insieme.

biadav@libero.it

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