Asia Bibi è stata assolta
Attesa per la liberazione dopo quasi dieci anni. Ma si temono rivolte
Il marito: “La nostra famiglia si riunirà ma dubito che potremo rimanere in Pakistan”
(SIR-ACS) “Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre. Finalmente le nostre preghiere sono state ascoltate!”. Con la voce rotta dal pianto Eisham Ashiq, la figlia minore di Asia Bibi, commenta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre e al Sir la notizia dell’assoluzione della madre, decisa dalla Corte Suprema e resa nota questa mattina alle 9 ore pachistana. “È la notizia più bella che potessimo ricevere – dichiara il marito di Asia, Ashiq Masih – è stato difficilissimo in questi anni stare lontano da mia moglie e saperla in quelle terribili condizioni. Ora finalmente la nostra famiglia si riunirà, anche se purtroppo dubito che potremo rimanere in Pakistan”. Sin dall’udienza dell’8 ottobre scorso i fondamentalisti hanno messo in atto manifestazioni e campagne attraverso i social, contro l’assoluzione della “maledetta” Asia, invocandone l’impiccagione e minacciando di morti i giudici e chiunque l’avesse difesa.
L’avvocato: “Abbiamo molta paura di quanto potrà succedere”
(SIR-ACS) “Abbiamo molta paura di quanto potrà succedere. In questo Paese ci sono molti fondamentalisti”. Lo dichiara ad Acs e al Sir Saif ul-Malook, a capo del collegio difensivo di Asia. A Malook non è stato permesso di informare personalmente la sua assistita. “È stato un ordine della corte Suprema, ma ho potuto chiamare la prigione in cui è detenuta Asia e chiedere che lei fosse informata”. Come spiega l’avvocato, ci vorranno alcuni giorni prima che la donna venga liberata. “Il verdetto deve essere consegnato all’Alta Corte di Lahore e poi alla prigione di Multan”. Intanto si teme anche per la sicurezza dei familiari di Asia e di chiunque ne abbia favorito l’assoluzione. “Io e la mia famiglia siamo in grave rischio – continua Maloof – specie perché per i fondamentalisti io sono un musulmano che difende una cristiana che ha commesso blasfemia”. Le autorità pachistane hanno intensificato la sicurezza in tutto il Paese, soprattutto nelle aree dove vivono i cristiani e le altre minoranze. Si temono massacri come quelli avvenuti a Gojra nel 2009 e a Joseph Colony nel 2013. “La situazione è tesa – afferma l’avvocato – ma oggi ringraziamo Dio per questo momento storico in cui Asia Bibi, dopo 9 anni e mezzo, ha finalmente avuto giustizia!”.
Stato di agitazione in molte città del Punjiab
(AsiaNews) Alcuni gruppi radicali guidati da imam hanno già decretato che si opporranno alla sentenza di liberazione. In molte città del Punjiab si registrano manifestazioni e blocchi delle strade. Molte scuole cristiane hanno avvertito i genitori di andare a prende i loro figli a scuola perché avrebbero chiuso gli edifici per timore di violenze.
La vicenda
(Avvenire) La donna era stata arrestata nel 2009 dalla polizia nel suo villaggio di Ittanwali, nella provincia del Punjab, in seguito alla denuncia di altre donne di fede musulmana per blasfemia dopo un presunto reato contro il profeta Maometto durante una discussione.
La legge sulla blasfemia del Pakistan è contestata anche a livello internazionale come strumento di pressione nei confronti delle minoranze non islamiche. Finora, a ogni modo, nessuna delle condanne a morte è stata emessa sulla base delle norme.
La notizia della sentenza è oggi l’apertura di alcuni dei principali mezzi di informazione di Islamabad. Secondo l’emittente Geo Tv, all’origine della decisione dei giudici la “mancanza di prove oltre ogni ragionevole dubbio”.
Il caso di Bibi riguardava un litigio con alcune lavoratrici di un frutteto nel Punjab che l’avevano accusata di aver bevuto da un pozzo per lei proibito in quanto “infedele cristiana” e quindi “impura”. Allora, Bibi avrebbe detto: “Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell’umanità; cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l’umanità?”.