Ambrosoli, il medico missionario

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Di Daniela Catalano

«Non c’è mai stato un giorno in cui mi sia pentito della scelta fatta; è stata un’avventura meravigliosa»: così parla della sua vita il beato di questa settimana, il medico e missionario comboniano Giuseppe Ambrosoli. Giuseppe Umberto Gaspare Maria Ambrosoli nasce a Ronago in provincia di Como il 25 luglio 1923, settimo figlio di Giovanni Battista Ambrosoli, proprietario dell’omonima azienda di miele. Intraprende la facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Milano ma, a causa della guerra, interrompe gli studi. Nel frattempo il giovane entra nel gruppo diocesano di Azione Cattolica e, dopo l’8 settembre del 1943, rischiando la vita, aiuta un gran numero di ebrei e persone destinate ai campi di concentramento a rifugiarsi in Svizzera. Terminato il conflitto mondiale, Ambrosoli riprende gli studi e si laurea nel 1949. In quel periodo si reca anche a Londra per la specializzazione in Medicina tropicale e decide di entrare nella congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù. Il 17 dicembre 1955 è ordinato sacerdote a Milano dal futuro Papa Paolo VI. Nel febbraio del 1956 Ambrosoli parte per l’Uganda, destinazione Kalongo, nell’estremo Est del Paese, dove s’impegna a promuovere le opere sanitarie presenti in missione. Innanzitutto, trasforma il semplice dispensario esistente in un vero e proprio ospedale e crea la scuola per ostetriche “St. Mary’s Midwifery Training Centre”, entrambi tuttora attivi e sostenuti dalla Fondazione che porta il suo nome. In breve tempo il nosocomio cresce e arriva a contare 350 posti letto, diventando un punto di riferimento per il continente africano centro-orientale, nel rispetto dell’ideale comboniano di “salvare l’Africa con l’Africa”. Agli inizi degli anni ’80 nel Nord dell’Uganda scoppia la guerra civile e il missionario è in prima linea nel mettere in salvo i pazienti dell’ospedale che nel febbraio 1987 è evacuato. Già sofferente per una grave nefrite, Ambrosoli muore il 27 marzo del 1987 nella città ugandese di Lira a 63 anni e chiede di essere sepolto nella “sua” Kalongo. Dopo la beatificazione, avvenuta il 20 novembre 2022, la Chiesa ha fissato la memoria liturgica al 28 luglio.

cadarita@yahoo.it

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