Don De Paoli, Guerra e Miotti nell’organo di indirizzo della Fondazione CR Tortona

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Indicati da Diocesi, Soms e Consulta del Volontariato e Società Pro Julia Dertona

TORTONA- Sono tre i nuovi componenti dell’organo di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio nominati dai vari enti aventi diritto: don Cesare De Paoli, ex direttore del Centro “Paolo VI” di Casalnoceto e parroco di Lungavilla, per la Diocesi di Tortona, Giancarla Guerra, per anni funzionaria del Comune di Tortona nel settore Istruzione per la Soms e la Consulta del Volontariato e Fausto Miotti, esperto di storia locale per la Società Storica Pro Julia Dertona. Questi nomi si aggiungono ai due eletti dall’assemblea dei soci lo scorso marzo che sono Francesco Millo, medico responsabile dell’Unità di Senologia all’ospedale di Tortona, e Graziano Bertelegni, grafico, editore e giornalista. Manca ancora un nome, in rappresentanza del Comune di Tortona, che uscirà dalla terna che l’ente pubblico ha sottoposto al direttivo della Fondazione, composta da Cristina Porro, archeologa e insegnante, Mauro Sala, ingegnere e presidente nazionale degli “Ex Allievi di Don Orione”, e Francesca Regoli, restauratrice. Poi l’organo sarà completo. Intanto in questa prima metà del 2024 sul piano operativo la Fondazione «è impegnata a dare continuità alla progettualità avviata negli anni scorsi e all’attività erogativa legata alle richieste di contributo presentate dagli enti e delle associazioni del territorio», come ha spiegato il presidente Pier Luigi Rognoni (nella foto), evidenziando il sostegno alla mensa solidale “Carlo Boggio Sola” gestita dai volontari della Caritas Diocesana che ha consentito, nel solo mese di maggio, la distribuzione di 1.000 pasti. «Questo dato è altamente significativo per misurare non solo la diffusa situazione di bisogno, ma anche l’efficacia dell’intervento in sinergia tra Fondazione e volontariato. – ha aggiunto Rognoni – In poco più di due anni di lavoro si è dato vita a un modello di assistenza che pone la nostra città alla pari di realtà territoriali ben più importanti e che a questo punto meriterebbe anche un coinvolgimento della comunità, magari attraverso lo strumento della donazione per migliorare e ampliare ulteriormente il servizio, per esempio pensando agli anziani ancora autonomi, ma privi di una rete familiare».

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