Sospiro di sollievo per i lavoratori dell’ex Ilva

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Raggiunto l’accordo sulla cassa integrazione

NOVI LIGURE- Finalmente una buona notizia per i lavori degli stabilimenti dell’ex Ilva, tra cui quello di Novi Ligure. Dopo una lunga trattativa a Roma, al Ministero del Lavoro, tra sindacati e Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, durata oltre 14 ore, è stato raggiunto un accordo sulla cassa integrazione straordinaria per i lavoratori. Questo prevede una riduzione dei numeri, passando da oltre 5000 dipendenti a un massimo di 4.050 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto, 175 a Novi Ligure, 20 a Racconigi e 270 a Genova. Una procedura che, secondo i sindacati, ridà dignità e speranza ai lavoratori e pone le giuste basi per il piano di ripartenza dell’importante polo siderurgico italiano, garantendo tutta l’occupazione e la continuità salariale. Inoltre, la decorrenza sarà retroattiva, a partire da marzo 2024 e ai dipendenti in cassa sarà riconosciuto il 70% della retribuzione annua lorda. Il piano di cassa integrazione si chiuderà a giugno 2026 e alla conclusione di tale periodo, sarà possibile fare ricorso a un ulteriore periodo di ammortizzatore sociale per altri 12 mesi, allo scopo di portare a compimento il programma di ripartenza. Sempre nell’accordo, è stato sottolineato che a partire dal mese di ottobre sarà rimesso in marcia l’altoforno 1, che comporterà il raddoppio della produzione di acciaio che consentirà, coerentemente con i nuovi volumi prodotti, il progressivo riavvio di tutti gli impianti del gruppo. «L’accordo sulla cassa integrazione straordinaria per i lavoratori è un importante risultato che testimonia quanto fondamentale sia il valore del dialogo di fronte alle difficoltà. Ora, con rinnovata fiducia, guardiamo alla fase di ripartenza». – hanno dichiarato Alberto Cirio ed Elena Chiorino, presidente e vicepresidente della Regione Piemonte che ritengono che questa sia la strada giusta, ma sottolineando che la Regione continuerà a monitorare, attraverso il tavolo permanente, l’evolversi della situazione a tutela dei lavoratori degli stabilimenti piemontesi e del comparto siderurgico. «Ringraziamo il Governo che, avendo previsto di compensare con misure significative gli effetti della cassa integrazione, ha dimostrato una massima attenzione verso i lavoratori. – aggiungono Cirio e Chiorino – È necessario continuare ad accompagnare il rilancio dell’ex Ilva per poter dare garanzie occupazionali a tutte le persone coinvolte, all’indotto e alle loro famiglie. Per questo non possiamo che accogliere con favore il piano di ripartenza presentato e che prevede il rientro al lavoro di tutti i dipendenti, senza alcun esubero, una volta terminato il percorso». Le rassicurazioni sulla tutela delle questioni occupazionali erano arrivate già il giorno precedente, al vertice tenuto a Palazzo Chigi alla presenza anche dei ministri interessati, tra cui la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, che aveva sottolineato come da parte del Governo ci fosse massima attenzione e massimo impegno a mettere in campo le risorse individuate all’interno del Decreto Coesione. Nel corso dello stesso tavolo, inoltre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha riferito che hanno aderito alla richiesta di Acciaierie 114 fornitori per un totale di crediti di 172 milioni di euro lordi che corrispondono a circa 120 milioni di crediti, oggetto di possibile cessione. Confermata anche la presenza di 6 operatori che hanno manifestato un interesse per la procedura di acquisto del colosso siderurgico, tra cui due indiani, un ucraino, un canadese e due italiani. Tra i gruppi italiani ci sarebbero Arvedi e Marcegaglia, mentre tra i pretendenti stranieri, sono stati fatti i nomi delle due imprese indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino Metinvest e l’azienda canadese Stelco.

Federica Riccardi

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