I dieci anni di Tortona scomunicata
Il nuovo libro di Monsignor Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano
Monsignor Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano e Vescovo titolare di Celene (antica città della Frigia-Anatolia) ci ha regalato un nuovo capitolo delle sue preziose ricerche sulla storia di Tortona.
In una bella edizione stampata a Varzi da Guardamagna Editori ricostruisce in “Tortona scomunicata e assolta (1330-1340)” un decennio molto particolare della nostra storia trecentesca.
Intanto vale la pena di ricordare che Monsignor Pagano dopo il volume sull’antichissimo Codice purpureo di Sarezzano (1987) e le due monografie sui vescovi tortonesi Uberto e Maffeo Gambara (1995 e 2000), nel 2001 ha pubblicato la cinquecentesca Cronaca di Tortona, che era uscita in prima edizione nel 1814, a cura di Lodovico Costa. Il ritrovamento a Roma di una nuova e molto più ampia redazione ha anche consentito di attribuirne la paternità al tortonese Tomeno Berruti.
A questo proposito, mentre è in corso presso il Museo Diocesano un’interessante mostra dedicata a Cristierna di Danimarca, è bene segnalare che il Berruti fu al servizio della Signora di Tortona, come sindaco fiscale e a lei ha dedicato la sua importante opera ricca di notizie che vanno dalla distruzione di Barbarossa alla fine del Cinquecento.
Ma è alla storia d’Italia del Cinque e Seicento che Monsignor Pagano ha dedicato i suoi maggiori contributi di studioso: nel 1989 ha pubblicato i Nuovi documenti sui rapporti di amicizia tra la poetessa Vittoria Colonna e il cardinale Reginald Pole; ha poi ricostruito, insieme al professor Massimo Firpo, in due imponenti volumi i clamorosi processi inquisitoriali contro il vescovo di Bergamo Vittore Soranza, che si datano tra il 1550 e il 1558 (2004); inoltre ha ritrovato negli Archivi Vaticani molti fondamentali documenti relativi al processo a Galileo Galilei, pubblicati in seconda edizione nel 2009. Ora per la nostra storia Monsignor Pagano ricostruisce una complessa e del tutto sconosciuta vicenda che si situa tra il 1330 e il 1340, un periodo molto travagliato per lo scontro tra l’autorità ecclesiastica e quella politica, tra Guelfi e Ghibellini, quando Tortona era governata dai vicari di re Roberto d’Angiò e dunque apparteneva al campo guelfo. La grave colpa che determinò la scomunica e l’interdetto, fu che, nel 1330, i Tortonesi, afflitti da una grande carestia, iniziata nel 1328, si erano accordati con i “nemici imperiali” di Retorbido e Pavia per acquistare derrate alimentari, in particolare grano. Così contro Tortona e il suo territorio, su mandato papale, vennero fulminati da Monsignor Percivalle Fieschi, vescovo di Tortona dal 1325 al 1348, la scomunica e l’interdetto.
Nel libro di Monsignor Pagano tra l’altro si imparano un bel po’ di notizie sulle gravi pene ecclesiastiche della scomunica e dell’interdetto, che per secoli hanno condizionato la vita degli stati, delle città, ma anche di tanti fedeli più o meno illustri che ne erano colpiti. In particolare l’interdetto, comminato contro Tortona, comportava tra l’altro il divieto di celebrare i sacramenti, mentre si poteva dire solo privatamente una messa alla settimana, ma c’era anche il divieto di seppellire i defunti in terra consacrata.
Alla fine, ci fu la richiesta del Comune di Tortona, dell’aprile 1340, a papa Benedetto XII di essere perdonato e due suoi rappresentanti (uno era Guglielmo Berruti) si recarono allora ad Avignone con il documento di sottomissione; così Monsignor Percivalle Fieschi tolse le pene canoniche alla città pentita, che tornò a pieno titolo nella comunità cristiana.
E rimane aperta la questione se gli antichi storici tortonesi ignorassero veramente tutta questa vicenda o invece abbiano preferito sorvolare su anni drammatici, poco felici per la città.
Ma forse la spiegazione della lacuna è nella perdita di tante antiche carte per incendi, assedi e saccheggi. L’introduzione, la trascrizione e poi l’esemplare edizione critica dei documenti, ampiamente annotati, redatti ad Avignone, dove allora aveva sede la Corte papale e poi tornati a Roma (ora all’Archivio Segreto Vaticano), consentono all’autore di ricostruire la vicenda in tutti i suoi aspetti: del resto quei documenti formalmente sarebbero da inserire nell’antico Chartarium Dertonense, che tra l’altro arriva al 1346 (ed è stato pubblicato nel 1909 a cura di Erwig Gabotto).
La riproduzione della prima pagina del manoscritto sulla quarta di copertina consente di valutare la difficoltà di lettura di questa “curiosa” scrittura e insieme la perizia di chi è riuscito a interpretarla per farci conoscere la storia di Tortona scomunicata e assolta.
Ugo Rozzo