Merella ai piedi della Guardia

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La celebrazione nella frazione di Novi Ligure con Mons. Guido Marini

NOVI LIGURE- «La festa della Madonna della Guardia, titolare di questa chiesa, è una ricorrenza profondamente radicata nella tradizione e nella devozione della piccola, ma solida comunità, che questa sera le dà il benvenuto». Queste le parole che don Fabrizio Pessina, parroco della Merella, frazione del comune di Novi Ligure, ha rivolto a Mons. Guido Marini nella serata di domenica 1° settembre. Il vescovo, dopo aver salutato il primo cittadino Rocchino Muliere e i rappresentanti della giunta, i confratelli don Fabrizio e don Graziano Pepe, il diacono Mario Merendi e aver ringraziato la cantoria e tutti i presenti, nel clima di profonda spiritualità e raccoglimento, alle ore 21 ha presieduto la celebrazione. Durante l’omelia, nel commento al Vangelo di Luca (1, 39-45) ha sottolineato che il Magnificatesprime la gratitudine e la gioia di Maria per le meraviglie operate da Dio nella sua vita, riflettendone la sua umiltà e la sua fede. Ha poi proseguito con una storia che ha incantato i presenti: «Due amici si incontravano nella baita di montagna, residenza del più anziano e, un giorno, il più giovane chiese spiegazioni circa un tronco di albero di poco pregio appeso a un muro della baita. L’amico allora raccontò che un giorno, durante un inverno particolarmente freddo, si trovava a passeggiare insieme al padre, vicino a un lago che si era ghiacciato completamente. Nonostante le raccomandazioni del padre il ragazzino, con la sfrontatezza tipica dell’età, si spinse a camminare sul ghiaccio. Non avevo fatto molti passi quando, con un suono sinistro, un crepitio, il ghiaccio si spezzò e il ragazzo cadde nel laghetto. L’acqua era gelida da togliere il respiro, gli abiti pesanti e bagnati lo tiravano verso il fondo. Fu allora che vide il padre afferrare un grosso tronco d’albero che giaceva vicino alla riva e, spingendolo verso di lui, l’esortò a prenderlo e ad aggrapparsi a esso. In questo modo riuscì a trascinarlo fino alla riva. Il padre abbracciò il ragazzo, lo coprì con la sua giacca e lo portò di corsa a casa. Il ricordo che aveva l’uomo era del calore, del conforto e la sensazione di essere di nuovo al sicuro. Da quel giorno, l’uomo seppe che il padre avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarlo, per proteggerlo. E da quel momento, anche a distanza di tanti anni, ogni volta che l’uomo guardava quel ramo, lo pervadevano la commozione e la gratitudine per il papà». L’episodio, come ha spiegato il Vescovo, aiuta a immaginare come la Madonna abbia vissuto la sicurezza, la gioia, la bontà e la misericordia dell’amore del Signore e come abbia provato la gratitudine per la salvezza da Lei sperimentata. Al termine della Messa si è snodata la suggestiva processione con la statua della Madonna della Guardia, portata per le vie del paese, accompagnata dai fedeli con candele accese e seguita dalla banda musicale che ha intonato canti mariani, in un’atmosfera di grande devozione e condivisione. Al ritorno, sul sagrato della chiesa, Mons. Marini ha invitato tutti a un momento di preghiera, a mani alzate verso la bella effigie come a stringere in un abbraccio la Madonna protettrice e custode.

Cristina Bertin

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