La professione di 14 novizi

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Il 24 agosto in cattedrale i giovani dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini hanno emesso i voti e indossato l’abito religioso

TORTONA- «Gustate e vedete com’è buono il Signore». È stato questo l’invito del vescovo Guido rivolto ai 14 novizi durante l’omelia di sabato 24 agosto, in cui ha presieduto il solenne rito della loro professione semplice dei consigli evangelici nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Una celebrazione familiare e commossa da parte del vescovo, la cui vocazione è nata all’ombra del campanile dei Cappuccini genovesi. La chiesa cattedrale era colma di famiglie e fedeli non solo tortonesi, ma anche francesi, croate, slovacche, tedesche, nonché provenienti da varie regioni italiane, senza contare i religiosi cappuccini e i sacerdoti concelebranti accorsi in gran numero: una festa di famiglia in cui la chiesa diocesana nella persona del vescovo e le varie province cappuccine europee nella persona dei ministri provinciali, assieme alle famiglie, hanno fatto corona attorno a questi giovani per accompagnarli con la preghiera e con l’affetto. L’anno di noviziato era iniziato vestendo “i panni della prova”: un abito religioso che indica che la persona vuole abbracciare una via di penitenza. Nel corso di questo anno i novizi e i frati che li accompagnano hanno operato un discernimento sulla chiamata del Signore nella famiglia Cappuccina e sulla volontà e capacità degli stessi a rispondervi. Ammessi alla professione dei voti, hanno smesso i panni della prova e, durante il suggestivo rito di professione – in cui i giovani hanno messo le loro mani nelle mani del proprio ministro in segno di consegna/affidamento di sé – hanno dichiarato pubblicamente a Dio e alla Chiesa il loro intento, ciascuno nella lingua materna, venendo poi rivestiti dell’abito religioso come veri Frati Minori Cappuccini. Suggestive le parole di risposta alla loro professione da parte del ministro: «Ed io, a nome della Chiesa e della nostra Fraternità, ricevo i tuoi voti, e da parte di Dio Onnipotente, se osserverai queste cose, ti prometto la vita eterna». Come citato all’inizio della celebrazione nel saluto del ministro provinciale del Piemonte, il vescovo di Assisi, Guido, accolse, abbracciò e accompagnò i primi passi del giovane Francesco; una coincidenza non casuale ha posto, dopo tanti secoli, il vescovo Guido a essere padre – come affermato dagli stessi neoprofessi – nella chiesa diocesana in cui hanno vissuto quest’anno. Il “nostro” vescovo Guido, durante e al termine della Messa, come il vescovo di Assisi più di ottocento anni fa, ha accolto, abbracciato e incoraggiato personalmente ogniuno dei neoprofessi, augurandosi che la celebrazione fosse solo la prima di tante altre. Dio lo voglia!

fr. Filippo Betzu

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