Economia italiana in bianco e nero
Di Cesare Raviolo
Nella prima metà dell’anno l’economia italiana ha restituito una serie di dati contrastanti: i dati positivi dell’occupazione e quelli negativi di Pil, consumi, export e spesa pubblica; entrambi presentano luci e ombre da non trascurare e che, al momento, rendono in bianco e nero la nostra fotografia. Per l’Istat, a luglio, l’occupazione, è aumentata di 56 mila unità e ha superato la soglia dei 24 milioni (per l’esattezza 24 mln e 9 mila unità) e il tasso di disoccupazione è sceso al 6,5%. La crescita è stata trainata dall’occupazione femminile (+54 mila unità) e dagli autonomi (+75 mila unità); per contro, sono diminuiti i lavoratori dipendenti, sia permanenti, scesi a 16 mln e 19 mila unità, sia a termine, calati a 2 mln e 757 mila. Il travaso di professionalità dal lavoro dipendente al lavoro autonomo potrebbe essere dovuto sia alla convenienza fiscale della flat tax, sia alla tendenza dei datori di lavoro a esternalizzare i rapporti di collaborazione, ricorrendo a “partite Iva” più o meno reali. Nel secondo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è cresciuto, rispetto al trimestre precedente, solo dello 0,2% contro lo 0,3 della Francia, 0,8 della Spagna e 0,9% del secondo trimestre 2023. L’andamento congiunturale è stato negativo per agricoltura (-1,7%) e industria (0,5%), positivo per i servizi (+0,4%). La crescita acquisita per il 2024 è pari allo 0,6% contro lo 0,7 della previsione. Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali sono risultati stazionari, mentre gli investimenti fissi lordi hanno fatto registrare una lieve crescita dello 0,3%. Le importazioni sono diminuite dello 0,6% e le esportazioni dell’1,5%. La flessione delle importazioni desta qualche preoccupazione. Data la natura trasformatrice dell’industria italiana, il calo dell’import fa temere un rallentamento dei ritmi produttivi per i prossimi mesi. D’altra parte, che l’industria attraversi un periodo non particolarmente felice è documentato dall’ennesimo calo, dall’inizio del 2022, del fatturato (-1% rispetto ai primi 3 mesi del 2024 e -1,2 sul secondo trimestre 2023). La componente della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) ha sottratto 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil; positivo, invece, il contributo della variazione delle scorte pari allo 0,4%. Nel complesso, dunque, all’orizzonte dell’economia italiana compaiono parecchie nubi con qualche squarcio di sereno che fatica a imporsi.raviolocesare@gmail.com