Grazie a Fitùsa e Tontolani

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Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Ogni viaggio è una scoperta, a partire dalla macchina che noleggiamo. Normalmente scegliamo auto piccole e ci chiediamo sempre che cosa ci capiterà alla guida e, soprattutto, con il navigatore. Di norma portiamo un vecchio Tom Tom che credo sia settato sulle strade tracciate dagli antichi romani ma nonostante ciò è venuto con noi ovunque. Oltre a lui ci è toccata spesso in sorte una Panda o delle auto che non si sono mai distinte per prestanza. Il gioco che facciamo è quello di dare un nome a entrambi in base al luogo in cui siamo. In Grecia dunque ci furono Pandopoulos e Tontolaki. Alle Hawaii Tontolani, in Sardegna Tontoleddu, in Spagna Tontolero, in Portogallo Tontolao e in Sicilia Tontuliddo. La sostituzione della M con la N non è casuale perché tonto lo è di sicuro. Ci ha fatto fare strade, sentieri e potenzialmente anche scale che neanche un asino avrebbe potuto percorrere… figuriamoci un’auto. Ogni volta che ci mette nei pasticci diciamo che è una “tontolata” che nel nostro gergo è una “pensata geniale del navigatore”. Potremmo sostituirlo ma ci siamo affezionati. Alle Hawaii, quando inserimmo come meta “Pearl Harbor”, approdammo nel giardino di casa di un signore e per Tom Tom eravamo arrivati. Che pazienza! Per non dire delle macchine che arrancano in salita, scricchiolano e sorpassano solo in discesa con un’ipotetica vela montata sul tetto e il vento favorevole… Insomma, i nostri viaggi sono un’avventura. Siamo sempre noi quattro in vacanza ma ci divertiamo proprio per questo.

arifer.77@libero.it

LUI

L’automobile ha rivoluzionato la nostra vita al punto che non riusciamo più a immaginarla senza, non solo quella quotidiana fatta di lavoro e spostamenti di routine ma anche quella in vacanza. Il momento in cui scendi dall’aereo e fai conoscenza col mezzo che ti accompagnerà nei giorni successivi è speciale: un’iniziale diffidenza (ce la farà a portarci in giro?) e un po’ di timore (saremo capaci di usarla bene?) ma anche una simpatia a priori (sarà nostra compagna in momenti belli) che alla fine diventa affetto. Quasi sempre sono auto provate dall’uso di tante manacce e piedoni irrispettosi, qualcuna un vero macinino con serie difficoltà ad affrontare anche una leggera salita, talora con rumori sinistri di cui è meglio ignorare l’origine, ma qualche volta no: in Germania era una fiammante Kia Sportage nuova di zecca, in Namibia una robusta Hyundai nobilitata da decine di migliaia di km di deserto. Tante Panda, alcune 500 (evidentemente le Fiat piacciono molto ai Rent a car), qualche piccola tedesca. E finisce che ci lasciamo prendere dall’atmosfera del posto e diamo loro un nome come a Creta dove era Pandopoulos. Ricordiamo poco la quotidianità; i momenti belli in terre lontane invece si fissano più facilmente nella memoria e quindi finiamo con l’affezionarci a un’auto in cui abbiamo passato una parte breve ma piacevole della vita. E pazienza se qualche volta era proprio derelitta, come una 500 affittata in Sicilia: grazie Fitùsa, ci hai regalato momenti indimenticabili.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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