Sant’Alberto Magno
Il 15 novembre la Chiesa celebra la memoria di Sant’Alberto Magno che era della nobile famiglia Bollstadt e nacque a Lauingen, in Germania, nel 1205 o nel 1206.
Da giovane fu mandato a studiare all’Università di Padova, avendo il giovane aveva una speciale predilezione per le arti liberali. Seguì le lezioni di un rinomato predicatore dell’Ordine dei Domenicani, Giordano di Sassonia e rimase colpito dalle sue parole, tanto da chiedere di andare a Colonia per il noviziato e per iniziare gli studi teologici. Nel 1228 divenne lettore di teologia, cominciando una prestigiosa carriera come insegnante nei conventi di Hildesheim, di Friburgo, Ratisbona e Strasburgo.
Nel 1243 fu inviato all’università di Parigi, dove nel 1245 divenne Magister Theologiae e tenne la cattedra di teologia per tre anni.
Quando nel 1248 i Domenicani diedero vita allo Studium generale di Colonia, chiamarono Alberto a dirigerlo. Questi accettò l’incarico e portò con sé il suo allievo più brillante e più intelligente, un giovane domenicano italiano di nome Tommaso d’Aquino.
A Colonia, Alberto ebbe modo di approfondire la sua conoscenza di Aristotele, che stava ormai penetrando nel mondo accademico del tempo. Grazie a lui la filosofia di Aristotele trovò diritto di cittadinanza nell’insegnamento filosofico e teologico della Chiesa (la Scolastica latina). Dotato di una poderosa intelligenza sorretta da una formidabile memoria studiò anche la logica, la retorica, l’etica, e le varie scienze naturali come la matematica, l’astronomia, la fisica, la biologia. Nel 1254, fu poi nominato anche responsabile spirituale dei Domenicani della vasta e importante provincia tedesca. Nel 1256, si recò a Roma e poi ad Anagni con Bonaventura di Bagnoregio, francescano. Fu poi nominato vescovo di Ratisbona. Ebbe da Papa Urbano IV l’incarico di predicare la crociata nei paesi di lingua tedesca, e lo fece spingendosi, con lunghi viaggi, fino in Boemia. Nel 1274 partecipò al Concilio di Lione. Morì il 15 novembre del 1280, dopo aver passato gli ultimi anni nella malattia, nella preghiera e nel ricordo dell’amico San Tommaso d’Aquino. Pio XI nel 1931 lo ha proclamato Santo e Dottore della Chiesa e nel 1941 Papa Pio XII lo ha dichiarato Patrono dei cultori delle scienze naturali.
Daniela Catalano