Milano, Paola ti mancherà

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Di Silvia Malaspina

Cara la mia Milano, il 21 settembre scorso hai perso una delle tue cittadine più conosciute e ammirate, Paola Marella, deceduta per il solito “male che non ha lasciato scampo” come riportavano i giornali. Paola era una meneghina doc: classe 1963, all’ombra della Madonnina ha frequentato il liceo e poi il Politecnico, dove si è laureata in Architettura d’interni. Ha iniziato la carriera come agente immobiliare e, negli anni Duemila, ha debuttato in televisione, sulla neonata Real Time all’interno della piattaforma Sky, conducendo programmi di grande successo come Cerco casa disperatamente e Vendo casa disperatamente. Cara Milano, resti priva di una delle tue figlie più rappresentative: Paola incarnava l’essenza della “sciura” milanese: elegante, raffinata, colta, scevra dalla spocchiosità e dall’esibizionismo che oggi dilagano. Era lo charme personificato: valorizzava qualsiasi indumento indossasse, anche il più anonimo, grazie alla sua personalità, così poliedrica da renderla icona di stile e, al tempo stesso, professionista molto apprezzata. Da oggi, cara Milano, sarai un po’ più triste: non ci sarà questa solare signora che ci guiderà, attraverso i suoi post, nelle tue vie più caratteristiche, facendoci conoscere quei tuoi aspetti che noi provincialotti spesso non cogliamo, perché ci fermiamo al Quadrilatero e non ci accorgiamo che poco più in là resistono le classiche botteghe di quartiere e le case di ringhiera. Temo, cara Milano, che con la scomparsa di Paola e dei messaggi garbati che riusciva a veicolare, resterai sommersa da quella specie di tuoi cittadini che prende il nome da una saga cinematografica di cui è appena uscito il terzo capitolo: Il milanese imbruttito. Non è solo una nuova maschera neorealista, purtroppo tratteggia molte peculiarità, non sempre positive, che chi non è milanese e non ambisce a diventarlo, capta in modo molto evidente. A questo proposito ti voglio raccontare una scena cui ho assistito sul volo low cost di ritorno dalle ferie: un signore di mezza età molto azzimato, con total look dalla costosa griffe ben visibile, si accascia sul sedile davanti al mio, esclamando con inconfondibile cadenza, rivolto alla moglie, ma con tono alticcio: «Uè, io non sono mica abituato a queste barbonate qua, io viaggio sempre in business!». Mi chiedo cosa sarebbe successo se al posto suo ci fosse stata Paola Marella: si sarebbe accomodata con nonchalance, sorridendo ai vicini e tenendo per sé le lamentele causate dall’innegabile disagio di dover viaggiare stipati come in una scatola di sardine.

silviamalaspina@libero.it

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