Ricicliamo il buon senso?

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Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Amo la natura e le bellezze del Creato che Dio ci ha dato. Sono cresciuta nell’epoca in cui a scuola c’era Educazione Civica e credo di avere imparato molto sul senso di civiltà. Inizio tuttavia a non sopportare i tanti “ismi” su certi argomenti perché mi sembrano deviazioni di pensiero che potrebbero essere gestite con buonsenso e rispetto senza sfociare in battaglie. Queste le premesse. Oggi vorrei soffermarmi su ecologismo e ambientalismo. Prima di ricevere strali o maledizioni, rassicuo sul fatto che la raccolta differenziata dei rifiuti la faccio e pure oculatamente, tuttavia talvolta rimpiango il cassonetto. La nostra vita gravita su due case e come ben sapete i giorni di ritiro variano da Comune a Comune, di anno in anno e disgraziatamente anche la suddivisione dei rifiuti è diversa da un posto all’altro. Quello che in un luogo va nel vetro, nell’altro va nel multipack, ciò che da una parte è considerata carta altrove è umido o indifferenziato. C’è da ricordarsi i giorni, le varie dislocazioni dei resti e dove va messa una cosa o l’altra in base a dove ci troviamo. D’estate hai voglia di farti un piatto di pesce? Non puoi. Devi pensare se l’umido lo ritireranno il giorno dopo oppure no: chi può tenere la pattumiera in casa con 40°C se passeranno dopo tre giorni? Credo di essere una persona rispettosa delle regole eppure ho la sensazione che non sia mai sufficiente, che si è sempre in difetto e che l’uomo sia la fonte di tutti i problemi. Io non ci sto.

arifer.77@libero.it

LUI

Il dominio della scienza ci era stato presentato come l’alba della felicità facile per tutti. Invece sembra l’anticamera dell’apocalisse: c’è il global warming (l’espressione inglese fa più effetto del provinciale “riscaldamento globale”) e l’ambiente va a rotoli. Bisogna correre ai ripari, puntare sulle rinnovabili (solo i trogloditi fanno precedere il sostantivo “energie”), creare sostenibilità (confesso che il suo significato non mi è chiaro al 100% però è molto cool, altro che l’ormai fuori moda “resilienza”). Ma cosa possiamo fare noi poveri tapini? Mica siamo il G7 o Elon Musk. Be’, possiamo cominciare a ubbidire. A partire dalla raccolta differenziata, e continuare poi con le acrobazie per bere dalle bottiglie di plastica con tappo antispreco e con ciò che ancora si inventeranno: le norme aumentano, per il nostro bene ovviamente. Ma qualcosa non torna. Un sondaggio svolto nel Regno Unito, e riportato da un recente articolo del Foglio, mostra che i baby boomer (chi ha tra i 60 e 78 anni) sono i più precisi a fare la raccolta differenziata mentre chi ha meno di 27 anni (si presentano come i più sensibili al tema, hanno pure l’ecoansia) la fa molto meno (perché costa fatica o perché poi nei fatti mica ci credono davvero?). Scriveva Gilbert K. Chesterston, arguto scrittore e giornalista britannico vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo e convertitosi al Cattolicesimo in età matura: “Se gli uomini non saranno governati dai Dieci Comandamenti, saranno governati da diecimila comandamenti”.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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