L’anno scolastico sia per tutti una “storia d’amore”

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Le parole del vescovo agli alunni e agli insegnanti delle scuole cattoliche cittadine

TORTONA – La S. Messa di apertura dell’anno scolastico celebrata in cattedrale è divenuta un appuntamento importante e atteso dalle scuole cattoliche di Tortona. Venerdì 27 settembre le navate della cattedrale erano riempite dai bambini della Scuola dell’Infanzia dell’istituto “San Giuseppe” che occupavano emozionati le prime file, dai compagni più grandi della Primaria e della Secondaria di primo grado e dagli alunni dell’istituto diocesano “Santachiara” e del CIOFS-FP. All’inizio della celebrazione il vescovo Mons. Guido Marini ha rivolto un saluto prima di tutto ai genitori, ai docenti, al personale scolastico, alle suore e agli accompagnatori, rallegrandosi per la partecipazione numerosa e, facendo riferimento al libro di Alessandro D’Avenia Ogni storia è storia d’amore, ha sottolineato l’importanza per gli adulti di ricordare che ogni storia è una storia d’amore, perché ogni vita dei bambini e dei ragazzi a loro affidata va a accostata e accompagnata come tale, affinché ciascuno possa rendersi conto di essere profondamente amato, attraverso il quale passa anche l’amore del Signore che fa fiorire la vita in tutta la sua bellezza. Poi Mons. Marini si è rivolto ai ragazzi augurando a ciascuno che nel nuovo anno scolastico possa sperimentare e sentire che la loro vita è amata dal Signore e dai docenti, dalla famiglia e dai compagni. Infine, ha esortato tutti a tendere le braccia in una sorta di abbraccio generale con la speranza che l’anno scolastico possa essere un abbraccio d’amore che avvolge la vita di tutti. Suor Giusy Rescia ha poi presentato le parole che guideranno il cammino di quest’anno scolastico: “Gioiosi nella speranza”. La Messa, concelebrata da don Paolo Padrini e don Claudio Baldi, è stata animata dal canto degli alunni del “San Giuseppe”. Durante l’omelia don Paolo ha invitato tutti i ragazzi a rispondere a voce alta «Non ci credo!» a tutte le affermazioni che trasmettono disillusione, disperazione e mancanza di fiducia nei giovani e, al termine, li ha esortati a fare in modo che lo scambiarsi il segno di pace diventi un gesto concreto nella vita quotidiana.

Cecilia Demuru

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