Le famiglie sono il riflesso della bellezza e dell’amore di Dio
Il 29 settembre la festa diocesana al “Mater Dei” con Mons. Marini e padre Citterio
TORTONA – Domenica scorsa le famiglie della Diocesi sono state invitate a una grande festa dedicata proprio a loro: coppie di sposi, genitori e figli, tutti uniti per vivere una giornata di ascolto, condivisione, amicizia e preghiera. A organizzarla è stato l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia, guidato da don Angelo Vennarucci.
L’appuntamento, che ha visto la partecipazione di circa 40 coppie, è il frutto del lavoro dei membri della Pastorale Familiare che, insieme a don Angelo, ci hanno messo impegno ed entusiasmo. Alle 9.30 al Centro “Mater Dei” di Tortona sono arrivati gli “invitati” e dopo l’accoglienza, è stato Mons. Guido Marini a far gli onori di casa, salutando tutti i presenti e ringraziando in modo particolare don Angelo, i coniugi Antonella e Franco Boarin, che ha definito “la colonna portante e storica” della Pastorale Familiare, e tutto l’Ufficio diocesano. Il vescovo, poi, ha chiesto un applauso di benvenuto per i numerosi bambini e ragazzi che sono stati affidati a un gruppo di giovani animatori per svolgere interessanti e creative attività ludiche e per lasciare agli adulti la possibilità di ascoltare il relatore, padre Elia Citterio sacerdote della diocesi di Alessandria, della Comunità dei Fratelli Contemplativi di Gesù, che da anni accompagna le coppie di fidanzati verso il matrimonio.
Il vescovo, introducendo padre Elia, ha sottolineato il ruolo centrale e decisivo della famiglia nella storia della salvezza e, richiamando le parole di un grande teologo sul mistero trinitario, ha affermato che le famiglie «sono una significativa rivelazione del mistero di Dio e una piccola ma luminosa rivelazione della Trinità ovvero di Dio che è bellezza e amore infinito».
Padre Citterio ha iniziato il suo intervento fotografando la situazione attuale nella quale si trova oggi la famiglia nella società, passando poi a mostrare la bellezza della sapienza cristiana rispetto all’amore coniugale. Ha insistito sull’importanza della scelta che caratterizza l’inizio del cammino sponsale. Il sacerdote, inoltre, ha posto l’attenzione sulla ricchezza del rito del matrimonio e su alcune espressioni particolari come l’uso del verbo onorare che ha una valenza molto forte e racchiude in se il rispetto e l’amore che il Signore ha per ciascuno di noi.
Al termine le coppie si sono spostate nel salone del “Mater Dei” per svolgere l’attività pratica chiamata “Una tovaglia per tutti”. Divisi in gruppi, i presenti si sono trovati davanti a una tovaglia di carta sulla quale sono stati invitati a comporre un disegno che esprimesse il proprio concetto di famiglia. A turno il disegno è stato proseguito dagli altri membri del gruppo e questo ha permesso di fare comunione e ha fatto emergere parole, sensazioni ed emozioni che sono state poi condivise alla ripresa delle attività, dopo il pranzo consumato insieme e preparato dai volontari del “Ma-ter Dei”.
Nel pomeriggio le coppie, dopo la “lettura” di “Una tovaglia per tutti”, hanno seguito con attenzione l’intervento del vescovo, il quale partendo dal titolo di un libro di Alessandro D’Avenia, Ogni storia è una storia di amore, ha evidenziato che da ogni disegno realizzato è emerso come ogni famiglia sia proprio una storia d’amore e che per realizzarsi nella sua bellezza e nella sua pienezza ha bisogno di aiuto e sostegno.
Il secondo aspetto sottolineato dal vescovo Guido è stato il ruolo fondamentale dell’Eucaristia nella famiglia perché essa è «la radice profonda e la sorgente che ravviva e fa trovare le radici di una storia di amore». Nel Vangelo di san Luca l’episodio di Emmaus è stato portato come esempio della ricerca del Signore Risorto e di come l’Eucaristia sia davvero l’unica fonte della vera felicità.
«La coppia nell’Eucarestia si rende conto di essere un riflesso dell’amore trinitario – ha detto il vescovo – e ogni coppia dovrebbe poter dire: “Noi senza la Messa non possiamo vivere”». Mons. Marini ha poi presentato alcuni pensieri sulla vita della coppia che deve sempre avere la certezza di essere amata da Dio in ogni momento e deve fare esperienza della complementarietà, perché «l’umanità è piena solo quando maschile e femminile si completano tra di loro».
Il vescovo ha anche esortato le coppie a coltivare la capacità di dialogo per essere davvero in comunione, parlando anche della propria fede perché è solo così che scatta l’intimità più profonda. Infine, ha concluso ricordando che il vero amore affinché cresca, va coltivato ogni giorno e mai dato per scontato. «L’importante – ha detto – è non avere pretese. Se c’è la pretesa non c’è più l’accoglienza dell’altro come un dono».
Al termine gli adulti si sono messi in gioco e, aiutati da Susanna Denicolai membro della pastorale familiare e insegnante di danza, hanno imparato i passi di due danze celtiche, improvvisandosi provetti ballerini, in un clima di grande allegria. Infine, adulti, bambini, ragazzi e animatori si sono trasferiti nella cripta del santuario della Madonna della Guardia per partecipare alla S. Messa che è stata celebrata dal vescovo insieme a don Angelo e a padre Elia.
Al termine don Vennarucci ha ringraziato per la sua presenza e per l’affetto Mons. Marini, che a sua volta ha ribadito la gratitudine all’Ufficio e a tutte le famiglie, auspicando che la giornata sia l’inizio di un proficuo cammino di crescita e di amicizia.
Daniela Catalano