Il Pnrr va verso il flop?

Visualizzazioni: 84

Di Cesare Raviolo

Il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sul quale poggiavano molte speranze di rilancio dell’economia dopo la pandemia, va a rilento. Esclusi gli investimenti inseriti nel Piano dopo le revisioni 2023 e 2024, al 30 giugno erano stati erogati solo 51,4 mld (26,8% del totale). Su una dotazione del Fondo europeo di 750 mld, all’Italia sono destinati 191,5 mld (25,5% del totale), di cui 70 mld (36,5%) in sovvenzioni a fondo perduto e 121 mld (63,5%) in prestiti. Tra le spese già effettuate, gli importi più significativi riguardano il Superbonus (14 mld), il credito di imposta per beni strumentali 4.0 (8,9 mld), la realizzazione di linee ferroviarie ad alta velocità per il collegamento col Nord Europa (2,4 mld). Per Superbonus e beni strumentali sono già stati erogati tutti i fondi previsti. Infatti, su 7 misure per le quali sono già stati spesi tutti i fondi disponibili, in 5 casi, i fondi sono stati erogati col meccanismo del credito di imposta. Il rilento con il quale prosegue l’utilizzo dei fondi Pnrr risente sia del gran numero di enti stazioni appaltanti spesso prive o con poco personale tecnico, sia della fatica con cui procedono i lavori, in quanto i fondi sono versati sulla base dello stato di avanzamento dei lavori stessi (Sal) nel quale vengono dichiarate le prestazioni eseguite. Per 7 misure i fondi ancora da spendere oscillano tra il 25 e il 50%, per 29 tra il 50 e il 75% e per le restanti 172 tra il 75 e il 100%. Tra i 50 progetti per i quali la spesa già sostenuta oscilla tra 0 e 1%, quelli economicamente più rilevanti riguardano le comunità energetiche (2,2 mld), i contratti di filiera per l’agricoltura (2 mld), lo sviluppo del biometano (1,9 mld) e del settore agrovoltaico (1,1 mld). I fondi spesi in minima parte interessano le misure relative alla realizzazione dei collegamenti per l’alta velocità nel Sud (10,5 milioni erogati su 1,8 mld), gli incentivi all’utilizzo dell’idrogeno (106 mila euro su 1 miliardo) e la realizzazione di siti per il ricovero delle opere d’arte, il cosiddetto Recovery Art (4,6 milioni su 1 miliardo). Alla luce di questi dati, sono stati avanzati seri dubbi sulla capacità dell’Italia di spendere i fondi assegnati. Oggi il Paese riesce a erogare circa 1 mld al mese e procedendo con questo ritmo c’è il rischio che, entro il 2026 (anno in cui è prevista la conclusione del Piano), l’Italia riesca a liquidare poco più di 90 miliardi, meno della metà delle risorse assegnate. Il Pnrr sarà l’ennesima occasione sprecata?

raviolocesare@gmail.com

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *