Ospedali presi di mira. E a Tortona?

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Sanità. Anche al “SS. Antonio e Margherita” il personale del Pronto Soccorso «è costantemente vittima di violenze e aggressioni» ma assicura un servizio efficiente. E in un territorio con un numero elevato di persone anziane, l’Ortopedia garantisce «una buona organizzazione»

DI STEFANO BROCCHETTI

In un territorio che annovera un numero elevato di persone anziane, con percentuali superiori a quelle presenti in tutta la regione Piemonte e tra le più alte d’Italia, la qualità e l’efficienza dei presidi sanitari e ospedalieri è fondamentale.

Le fratture di femore negli ultrasessantacinquenni, per esempio, sono tra le diagnosi più frequentemente riscontrate presso il reparto di Ortopedia diretto dal primario Giancarlo Bonzanini dell’ospedale “SS. Antonio e Margherita” di Tortona. Gli indicatori di pronto intervento lo confermano: «Uno degli indicatori di maggiore importanza nel trattamento della frattura di femore è l’intervento chirurgico entro le 48 ore dall’evento traumatico: il Ministero della Salute ha stabilito nei Livelli Essenziali di Assistenza che almeno il 70% di questi interventi venga effettuato nel rispetto delle tempistiche» – spiega il primario. «Presso il reparto tortonese la percentuale di operati nelle 48 ore arriva a superare l’88%, grazie a una buona organizzazione che coinvolge non solo l’Ortopedia, ma anche il Pronto Soccorso, primo punto d’accesso del paziente, con valutazione dell’anestesista prima di trasferire il malato in sala operatoria con un percorso diretto ed evitando altri spostamenti. Quando il paziente giunge in reparto è già stato operato e affronta con maggiore tranquillità i giorni di degenza post-intervento, prima di iniziare il percorso di recupero nella struttura di riabilitazione, diretta dalla dottoressa Manuela Grosso, a gestione mista pubblico-privata interna».

Per quel che riguarda poi la chirurgia in elezione, cioè non derivante da urgenze, per esempio per le protesi d’anca e di ginocchio, a Tortona si svolgono circa 400 interventi all’anno, «70% con riabilitazione in regime di ricovero, 10% in ambulatoriale e il 20% con riabilitazione in strutture esterne». Determinante, nel risultato qualitativo, l’impiego della tecnologia negli interventi con chirurgia robotica e realtà aumentata e nelle apparecchiature computerizzate che si utilizzano in fase riabilitativa.

Se parliamo infine del Pronto Soccorso, altro servizio fondamentale per un vastissimo territorio come il Tortonese, secondo i dati riferiti dalla responsabile Roberta Virtuani, l’efficienza del servizio risulta «in linea con le direttive nazionali. Con 13.000 accessi a oggi durante l’anno in corso e un tasso di ricovero inferiore al 10%, il Pronto Soccorso riesce a garantire una gestione ottimale grazie all’impegno di 2 medici diurni e di 1 notturno e di 3 infermieri diurni e 2 notturni, supportati da operatori sociosanitari. Il tasso di occupazione dei letti di osservazione breve intensiva si attesta sul 90% a dimostrazione di una capacità organizzativa efficace nonostante le difficoltà, grazie alla collaborazione tra reparti, specialisti e servizi territoriali».

Resta comunque il problema dei rischi per il personale, visto che anche l’ospedale di Tortona non è rimasto estraneo al triste fenomeno delle aggressioni proprio al Pronto Soccorso: «Il personale è costantemente vittima di violenze, soprattutto verbali e psicologiche e talvolta anche di aggressioni fisiche senza che questo comunque pregiudichi l’efficienza del servizio».

Ma i Sindacati denunciano tagli ai posti letto e al personale

Il territorio tortonese è la zona in provincia di Alessandria ad avere subito in maniera più pesante i tagli ai servizi ospedalieri in termini di posti letto e di personale. La chiusura di reparti avvenuta nel 2013 ha privato l’ospedale di Tortona di almeno un centinaio di posti, circa la metà del totale di quelli persi in tutta l’Asl della provincia: «Le chiusure dovevano essere compensate riorganizzando la medicina territoriale e creando le Case della Salute ma, purtroppo, queste si sono rivelate scatole vuote, in un territorio in cui un terzo della popolazione ha più di 65 anni e il 40% è affetto da patologie croniche» – riferiscono dal sindacato Cgil Cdl e dalle Rsu sanità Fp Cgil dell’ospedale cittadino. «Sempre più di frequente infermieri e medici si trasferiscono a lavorare nel privato, gli operatori sono diminuiti e i carichi di lavoro aumentati, con doppi turni straordinari. Spesso sono impossibilitati a fornire risposte adeguate ai problemi di salute dei cittadini». Per analizzare le criticità della sanità locale, i temi della lunghezza delle liste d’attesa e il rischio di povertà sanitaria, la Cgil organizza un’assemblea pubblica dedicata alla sanità, nella sala convegni del Mater Dei in via don Sparpaglione 15 a Tortona, venerdì 25 ottobre alle 15.30. Interverranno Antonella Albanese, segretaria generale Spi Cgil Alessandria, Vincenzo Costantino, funzionario Fp Cgil provinciale, Domenico Ravetti, vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte, Antonello Santoro, presidente dell’ordine dei Medici di Alessandria. Concluderà Marisa Valente, coordinatrice della Camera del Lavoro di Tortona.

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