Differenze di reddito e povertà

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Di Cesare Raviolo

Due notizie, apparentemente slegate l’una dall’altra, sono comparse, nei giorni scorsi, sugli organi di informazione: il Nobel dell’Economia a tre studiosi di disuguaglianza e il rapporto Istat sulla povertà in Italia. L’assegnazione del Premio Nobel per l’Economia al turco Daron Acemoglu e ai britannici Simon Johnson e James A. Robinson ha riportato d’attualità il tema della disuguaglianza globale. Il presidente del comitato del Premio per le scienze economiche, Jakob Svensson, ha affermato che «ridurre le grandi differenze di reddito tra i Paesi è una delle sfide più grandi del nostro tempo. (…) I vincitori di quest’anno sono stati pionieri di nuovi approcci, sia empirici che teorici, che hanno fatto progredire in modo significativo la nostra comprensione della disuguaglianza globale.» Il filone di ricerca, che ha portato il Nobel ai tre economisti, era stato ritenuto meritevole del Premio già nel 2023, quando fu assegnato alla statunitense Claudia Goldin per le sue ricerche sulla disuguaglianza salariale e del mercato del lavoro, tra uomini e donne. Quasi in contemporanea, l’Istat ha pubblicato il Rapporto 2023 sulla povertà in Italia; il documento statistico, se da un lato evidenzia come la povertà sia rimasta sugli stessi livelli del 2022, dall’altro conferma che nulla o poco è stato fatto per ridurli. Nel 2023 erano in condizione di povertà assoluta circa 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale dei residenti). L’incidenza della povertà relativa familiare, pari al 10,6%, è rimasta stabile rispetto al 2022; con oltre 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia, mentre è risultata in lieve crescita l’incidenza della povertà relativa individuale, che è arrivata al 14,5% dal 14% del 2022 e ha coinvolto quasi 8,5 milioni di individui. Ricordiamo che si parla di povertà assoluta quando la disponibilità finanziaria mensile è pari a meno di 839,78 euro per chi vive al Nord e a 569,56 euro se risiede in un piccolo comune del Sud; la povertà relativa si ha quando una famiglia di 2 componenti non arriva a disporre che di 1.150 euro al mese (dati 2022). Dunque, il contrasto alla povertà non ha beneficiato dell’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+ 2,1% di occupati in un anno), mentre ha trovato un ostacolo nell’ancora elevato tasso di inflazione (+5,9%). Fra i poveri si contano 1,2 milioni di minori. Dietro a questi numeri ci sono nomi, volti, storie, vite di uomini, donne, anziani, bambini…

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