La pala d’altare della chiesa di San Pietro è di Andrea Semino

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Da alcune ricerche è emersa la certezza dell’attribuzione dell’opera pittorica novese

NOVI LIGURE- Giovedì 24 ottobre, nella chiesa di San Pietro, Andrea Scotto, noto storico novese, mentre osserva con attenzione un dipinto posto dietro l’altare maggiore, raffigurante proprio l’apostolo Pietro, ha spiegato che non si tratta di un quadro, ma di una pala e non una qualunque. «Una pala d’altare è un’opera pittorica, – prosegue Scotto – di genere religioso che si trova sull’altare delle chiese prevalentemente cristiane. La pala era in origine parte di un altare ligneo, o “macchina”, che prevedeva che il dipinto fosse collocato verticalmente proprio sopra il punto in cui il sacerdote celebrava la Messa: in questo modo sarebbe stato facilmente visibile a tutte e tutti». «Dopo il 1712, quando i fratelli novesi Castiglione prosegue Scotto – finanziarono l’attuale altare marmoreo, la pala fu collocata sulla parete absidale a un’altezza di circa cinque metri, dove si trova ancora oggi: questo allestimento, che ne ha permesso la conservazione fino ai giorni nostri, ne sacrifica però la visibilità». Andrea Scotto annuncia che ci sono delle grandi novità sulla pala in questione, ma preferisce che a parlarne sia Carlo Prosperi che insieme a Carlo Bianchi ha evidenziato l’importanza della scoperta e con Fausto Miotti ne ha individuato il contesto. I tre, che si possono amichevolmente definire “i moschettieri dell’Archivio di Stato di Alessandria”, con le loro ricerche, pubblicate in questi anni sulla Rivista di Storia Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti, hanno portato alla luce aspetti della storia, artistica e non solo, del territorio facendo comprendere quanta arte e quanta bellezza abbiamo a portata di mano. Scotto ha anche detto che saranno invitati tutti e tre a Novi Ligure, in concomitanza con la pubblicazione definitiva dello studio sull’opera della quale è stata individuato l’autore.

«In attesa di potere studiare meglio la tavola, che personalmente conosco solo di sfuggita e indirettamente – ha affermato Carlo Prosperi – ora che la notizia è trapelata, posso dire che la scoperta è dovuta a ricerche svolte nell’Archivio di Stato di Alessandria, dove si conservano le “filze” dei notai di Novi. Fino a qualche tempo fa, si era supposto che la tavola potesse essere di Scipione Crespi, ma in realtà, è emerso che in uno degli atti rogati dal notaio cinquecentesco Antonio Carezzano, i massari della parrocchiale di San Pietro erano ricorsi a un prestito per pagare al pittore genovese Andrea Çemino (Semino) la pala d’altare da lui dipinta per l’altare maggiore della chiesa. L’atto è datato 2 luglio 1576 e il quadro è presumibilmente dello stesso anno o, tutt’al più, di quello precedente, in quanto nel documento si dice “nuper” (or ora, da poco) realizzato».

Vittorio Daghino

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