Non è tutto uno scherzetto

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Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Si appresta novembre: che mese triste. Grigio, nebbioso, c’è la ricorrenza dei defunti ed è il mese in cui è morto improvvisamente mio padre. Confesso di non amare molto questa pietosa commemorazione. Non amo andare per cimiteri in questi giorni. Sono credente e dunque so che non tutto finisce con la morte, eppure sono giornate che mi mettono tristezza e malinconia. Di contro, negli altri momenti dell’anno, al cimitero vado più volentieri. Accetto il rischio di apparire folle eppure, nei giorni in cui non c’è questo andirivieni, lo trovo un luogo interessante da frequentare. Non vado necessariamente per fare tappa a ogni tomba o loculo di parenti e amici. Ci passo per un saluto ma so che foscolianamenteparlando, i sepolcri servono più ai vivi che ai defunti. Nelle mie silenziose passeggiate dei giorni di “non ricorrenza” osservo lapidi e fotografie di perfetti sconosciuti. Ad alcuni mi affeziono pure senza sapere nemmeno chi siano, di solito sul marmo si legge quasi a fatica il nome o quelle tombe in uno stato di totale abbandono. Cammino lungo i vialetti ghiaiosi e mi chiedo chi siano stati e quale fosse la loro storia. Rifletto sul fatto che tutto finisce ma ciò non mi intristisce, mi aiuta invece a dare una misura alle cose. Ognuno di loro ha avuto la propria vicenda personale, problemi e vicissitudini che caratterizzano ogni esistenza. Li osservo e mi sento circondata da tanta vita e quando rientro a casa provo gratitudine per ogni giorno in cui sono al mondo.

arifer.77@libero.it

LUI

La bella stagione è un ricordo e l’ora legale è andata in letargo, manca solo il freddo e poi l’inverno (se ci sarà ancora) potrà davvero cominciare. Prima (doppia) tappa, ossia Santi e Morti, infestata da Halloween (per favore smettetela di dirci che nasce come festa cristiana: se lo è stato, ora è diventata qualcos’altro con cui non avere niente a che fare), la paccottiglia trash tutto sommato innocua e la ben più pericolosa idea di dire che è tutto uno scherzo, ogni cosa è solo uno scherzo. Il Due Novembre ci sbatte in faccia la morte, una cosa seria che non si può ingannare con dolcetto o scherzetto o fuggendo a Samarcanda, nemmeno con i mezzi più sofisticati di cui dispone il povero Homo sapiens digitalis tipo i chatbot che fanno credere di poter conversare con chi non c’è più. Però per un cristiano quel giorno trova il senso nella solennità che non per caso lo precede, il Primo Novembre, la festa dei Santi. Loro sono coloro che si sono fidati. A volte ce li immaginiamo lontani, ieratici nelle loro statue o in qualche vecchia immaginetta, ma la storia cristiana ne è piena dal suo inizio fino ai giorni nostri, dal Battista vestito di peli di cammello fino a Chiara Badano, Sandra Sabattini e Carlo Acutis e la sua abilità con pc e Internet. A pensarci bene sono anche quelli che abbiamo incontrato personalmente e se ci facciamo un giro al cimitero ricorderemo tanti che con la loro fede e le loro opere ci hanno mostrato il volto vivo di Chi ha vinto la morte e ci chiama a seguirlo.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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