Il vescovo prega con i lavoratori di Acciaierie d’Italia
Martedì scorso la Messa in fabbrica e il ricordo dei morti sul lavoro dell’ex Ilva
NOVI LIGURE- Martedì scorso, il vescovo ha presieduto la Santa Messa all’interno dello stabilimento novese di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) in presenza dei vertici del gruppo siderurgico in amministrazione straordinaria, affiancati dal sindaco e dalle massime autorità cittadine. Erano presenti anche i rappresentanti sindacali del territorio e della fabbrica. Folta la rappresentanza dei lavoratori, impiegati e operai, alla liturgia celebrata nel mese di novembre per ricordare le vittime sul lavoro in tutta Italia e per favorire l’incontro con Dio dei lavoratori di un gruppo siderurgico che sta attraversando una grave crisi, con ripercussioni occupazionali che preoccupano i dipendenti e le loro famiglie. Intorno all’altare, allestito sotto la “campata 7” della ferriera di Novi, hanno concelebrato don Paolo Padrini segretario vescovile e don Costantino Marostegan direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro. L’incontro delle persone con Dio è stato uno degli argomenti sui quali si è soffermato il vescovo Guido nell’omelia durante la quale ha richiamato e raccontato la storia di André-Marie Ampère (1775-1836), fisico, matematico e chimico francese, considerato uno dei fondatori dell’elettromagnetismo. Famoso per aver formulato la legge che porta il suo nome (legge di Ampère), che descrive la relazione tra corrente elettrica e campo magnetico. Era anche un docente universitario di fama e un giorno un suo allievo, ateo, entrando in una chiesa di Parigi per ammirare le opere d’arte ivi custodite, notò un uomo inginocchiato e intento a pregare, dai tratti somatici identici a quelli del suo professore André-Marie Ampère, ma escluse che si trattasse del fisico e docente universitario. «Perché mai – si chiese lo studente ateo – un fisico e matematico così conosciuto avrebbe dovuto andare in chiesa a pregare Dio?». La domanda, comunque, tormentò il giovane che decise di chiedere il perché al professor Ampère e andò a casa sua. Il docente lo ricevette con cordialità e chiese all’allievo cosa avesse bisogno, tanto da recarsi a casa sua. «Volevo chiederle, – disse il giovane con reverenza – se era lei quel giorno all’altare intento a pregare». «Sì, ero io», rispose AndréMarie Ampère, il fisico cui si deve l’unità di misura della corrente elettrica. Aggiunse il ragazzo: «Che bisogno ha uno così conosciuto, celebrato e rispettato di pregare?». La risposta di Ampère fu esaustiva tanto da non lasciare adito a interpretazioni: «Quando prego, quando incontro Dio, mi sento migliore e appagato». Un racconto preciso e dettagliato che è risultato un invito ai presenti alla riflessione sul rapporto con Dio. Al termine della Santa Messa, Mons. Marini, don Paolo Padrini e don Costantino Marostegan, accompagnati dai dirigenti di Acciaierie d’Italia, hanno raggiunto il muro esterno degli uffici dello stabilimento ex Ilva dove è affissa la targa sulla quale sono incisi i nomi delle persone morte sul lavoro. In presenza delle autorità cittadine, tra le quali il sindaco Rocchino Muliere, il vescovo ha benedetto la targa e si è soffermato in preghiera.
Luciano Asborno