A Roma si discute del futuro del gruppo siderurgico

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Tra governo e sindacati si parla anche dello stabilimento novese

NOVI LIGURE- La settimana scorsa si è svolto a Roma, a Palazzo Chigi, un nuovo incontro tra governo, sindacati, Invitalia, commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva per capire la questione a livello nazionale dell’ex colosso siderurgico italiano e chiarire i punti cardine legati al piano di ripartenza. Nel corso della riunione, è stato ribadito che delle 15 società che finora hanno manifestato interesse per l’acquisto del gruppo, solo 3 hanno espresso la volontà di portare avanti delle offerte che comprendano il colosso siderurgico nella sua totalità e non solo inerente ad alcuni asset. In quell’occasione, i sindacati hanno chiesto nuovamente al Governo, e in primis al ministro Giorgetti, la possibilità da parte dello Stato di mantenere una quota all’interno dell’azienda, così da poter garantire l’interesse nazionale anche rispetto ai mercati e agli investimenti dell’aggiudicatario dell’azienda. Tra i punti fondamentali la decarbonizzazione e la salvaguardia dell’occupazione tutta anche per i lavoratori degli appalti e dell’indotto. Intanto, all’ordine del giorno per i prossimi incontri a Palazzo Chigi ci saranno la gestione della cassa integrazione e l’andamento della produzione. «Ora con due altoforni in marcia, possiamo prevedere l’allargamento dell’utilizzo degli impianti di tutti gli stabilimenti, a partire da Taranto, Genova e Novi Ligure e la riduzione della cassa integrazione. – ha commentato il segretario generale del Fiom Cgil, Michele De Palma, al termine della riunione a Roma – In merito alla transizione ecologica e alla decarbonizzazione abbiamo chiesto che si aprano i cantieri sul DRI e sui forni elettrici, al di là del bando di gara». Una situazione attualmente ancora in stallo, ma che nell’incontro tra azienda e sindacati, che dovrà essere dopo il 30 novembre per una valutazione sulle offerte vincolanti, potrebbe vedere delle novità soprattutto per quanto riguarda la prospettiva produttiva e la gestione dei singoli stabilimenti. Sindacati e azienda si sono incontrati anche a Novi Ligure, per approfondire la situazione dello stabilimento novese, dove attualmente la produzione è fortemente rallentata e molti lavoratori sono ancora in cassa integrazione. «I vertici dell’azienda hanno ribadito che per loro lo stabilimento di Novi è parte integrante del gruppo e che nella loro visione futura non c’è l’intenzione di permettere un eventuale spacchettamento dell’ex Ilva. – spiega Maurizio Cantello, segretario provinciale della Fiom Cgil – Anche in questa sede abbiamo approfondito in merito alla gestione della cassa integrazione e del piano di ripartenza sul sito di Novi poiché, secondo noi, c’è un forte ritardo su alcuni aspetti. Abbiamo chiesto maggiore garanzia affinché gli impegni presi a livello ministeriale vengano portati avanti. Si è trattato di un appuntamento importante, anche perché significa che c’è un interesse da parte delle strutture territoriali e il fatto di potersi confrontare con i vertici aziendali, anche se non si sono pronunciati troppo, ci ha permesso di entrare nel merito e chiarire ulteriormente la situazione del nostro stabilimento».

Federica Riccardi

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