“Terre d’Oltrepò”: sì al cambiamento
La mega cantina va verso la “cooperativa gerarchica”, voluta dall’ad Umberto Callegari. Ma qualcuno storce il naso
BRONI- Via libera dell’assemblea dei soci della cantina “Terre d’Oltrepò”, che si è riunita martedì scorso nell’auditorium della Certosa Cantù di Casteggio, al bilancio chiuso al 30 giugno 2024. Erano presenti fisicamente 213 soci con 62 deleghe: il bilancio è stato approvato con 62 voti contrari e 6 astenuti. Via libera anche al saldo dei conferimenti delle uve della vendemmia 2023. L’assemblea ha poi ratificato la cooptazione di quattro nuovi membri del Consiglio di amministrazione, al posto dei consiglieri dimissionari, che hanno lasciato l’incarico nei mesi scorsi. I nuovi consiglieri arrivano tutti dalla zona del Casteggiano: la scelta, infatti, è caduta su Fabio Marchesi (già consigliere in passato della cantina di Broni), Emanuele Saviotti, Stefano Longo, tutti e tre originari di Montalto Pavese, e Alessandro Negruzzi di Borgoratto Mormorolo. Soddisfazione per il risultato della votazione da parte dei vertici della cantina, che hanno ringraziato i soci della fiducia, ribadendo come tutti i progetti portati avanti sono volti a dare un futuro alla cooperativa all’insegna della creazione di valore.Pur non essendo stata oggetto specifico della votazione dell’assemblea, la discussione inevitabilmente ha riguardato anche il progetto che sta portando avanti la dirigenza, che prevede l’evoluzione di “Terre” in una “cooperativa gerarchica”, con la creazione di una Spa interna, controllata interamente dai soci, con l’obiettivo di migliorarne l’efficacia e di attrarre con più facilità investimenti dall’esterno. Una decisione che ha creato qualche perplessità tra i soci, preoccupati soprattutto per la salvaguardia del principio di mutualità, che è alla base del sistema cooperativo. Ma la cantina rassicura sulla bontà dell’operazione: «Questo modello è stato scelto con l’obiettivo di accedere a finanza fresca e attrarre partner che condividano e supportino i progetti di filiera. Un cambiamento necessario, in linea con la volontà di ristrutturare e consolidare l’azienda. – ha ribadito più volte l’amministratore delegato di “Terre”, Umberto Callegari – La nostra scelta di strutturare la cooperativa in questo modo è stata deliberata con trasparenza e partecipazione, proprio per garantire un futuro solido e sostenibile a tutti i soci». Diverso il pensiero dell’ex presidente Enrico Bardone, che ha votato contro il bilancio nell’assemblea di martedì: «Premetto che non sono contrario alla creazione di una Spa esterna cui conferire specifici rami di azienda, come la linea d’imbottigliamento o la commercializzazione. – sottolinea Bardone – Ma la creazione di una Spa a cui conferire gli interi beni della cooperativa mi lascia, invece, molto perplesso. I dubbi che avevo all’inizio sono rimasti anche dopo l’assemblea».
Oliviero Maggi