Una bella giornata per Giulio Campastro

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Sabato scorso consegnate tre Borse di studio del liceo “Amaldi” in memoria del novese scomparso

NOVI LIGURE- Sabato 9 novembre presso il Museo dei Campionissimi, sono state consegnate le Borse di studio in memoria di Giulio Campastro. L’evento, giunto alla sesta edizione, è diventato un appuntamento consolidato nel panorama culturale novese. Le tre borse di studio, del valore di 2.500 euro ciascuna, per studenti diplomati al liceo “Amaldi” – Sezione Classica, sono state istituite dai genitori Giannina e Angelo con Ilaria Raffaela Tinotti, moglie di Giulio, ingegnere novese mancato tragicamente nel 2018, durante un’ascensione sulla “Cima Piccola” delle Tre Cime di Lavaredo. A ottenere le Borse sono state le tre studentesse Alice Tallone, Chiara Mutti e Sophie Serban e la consegna è stata un momento molto bello di condivisione, da parte della comunità educante, cittadina di pensieri, sogni ed emozioni. Gli interventi, in particolare uno, hanno reso la giornata memorabile perché ha ricordato il valore della cura delle parole, dei sogni e del futuro delle ragazze e dei ragazzi, che è il futuro di tutti. In questo discorso, nel quale sono stati citati i versi di Franco Arminio, poeta, scrittore e paesologo contemporaneo, dedicati ai sogni vi era il desiderio di trovare le parole capaci di rispettare la memoria del passato e porsi nella giusta attesa del futuro. Il giorno della cerimonia “è uno di quei giorni in cui il tempo si raggruma, in cui ciò che è, ciò che è stato è ciò che sarà si contaminano e si sovrappongono”. “Siamo qui, adesso, non solo per ricordare Giulio, – si legge – ma per riconoscere il valore del percorso di studi appena concluso di Alice, Chiara e Sophie e anche per festeggiare il loro ingresso nel mondo universitario, nel tempo che verrà. Allo stesso modo però il ricordo di Giulio è diventato negli anni anche una speranza, un investimento per il futuro, e il domani delle nostre tre ragazze porterà con sé questo oggi e ogni giorno del loro ieri. Proprio l’intreccio dei piani temporali è la vera forma del nostro vivere: il passato infatti spesso ci schiaccia con i suoi rimpianti, il presente ci soffoca entro i suoi confini, il futuro ci angoscia con le sue incertezze. Solo quando riusciamo a mettere tutto in dialogo continuo allora siamo fecondi e generativi. È qualcosa che accade soprattutto nella dimensione del sogno, che proietta nel futuro, ma si nutre delle sicurezze di ieri, nasce dai desideri di oggi e nell’oggi vuole compiersi”. “Lo spazio del sogno – prosegue il discorso – è uno spazio libero, mai saturo, capace di creare a sua volta altri spazi, per altri sogni, individuali e collettivi, di ciascuno e di tutti insieme. Angelo e Giannina, sei anni fa, hanno incominciato a sognare, e noi oggi, qui, insieme a loro, sogniamo il ricordo di Giulio, sogniamo il futuro delle nostre ragazze, sogniamo un altro giorno come questo, sogniamo un mondo più buono e più giusto, sogniamo una scuola che sia sempre come è ora, sogniamo una città con la quale e per la quale costruire altri sogni”.

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