Addio, cara vecchia TV!
Di Silvia Malaspina
Cara la mia TV generalista, ho deciso di scriverti dopo aver avuto un’interessante scambio di opinioni su di te con un’amica, con la quale abbiamo riflettuto sulla qualità dei programmi che stai proponendo, ritrovandoci a rimpiangere il palinsesto che offrivi un tempo, che sembra di un’altra era geologica. Permettimi, cara TV, un rapido amarcord: la mia infanzia è stata caratterizzata dalla TV dei ragazzi, quel meraviglioso contenitore che dalle ore 17, “sul Primo”, ci offriva come premio per aver svolto i compiti scolastici telefilm come Furia, Lassie, Zorro. Quando, nel 1979, arrivò l’emittente Telemontecarlo (Vita da strega era imperdibile!), fu una rivoluzione: era stato infranto il granitico monopolio dei canali Rai! Da lì in poi abbiamo assistito a una proliferazione televisiva che ci ha condotti a contare 380 canali tradizionali e 27 piattaforme digitali. Questa premessa, cara TV, per chiederti: perché ci propini, sui canali generalisti, una programmazione che, per lo meno nelle ore serali e nei fine settimana, è spesso caratterizzata da trasmissioni nelle quali infuriano polemiche gratuite, spettacolarizzazione del dolore, presenza di ospiti famosi o presunti tali che mettono in piazza i propri fatti privati di cui sarebbe più dignitoso tacere? Un esempio su tutti: Ballando con le stelle in origine era un format simpatico, la legnosità dei concorrenti che arrancavano tra un tango e un cha cha cha era divertente: oggi il ballo è diventato un pretesto per innescare futili diatribe orchestrate ad arte nella convinzione di far impennare l’auditel, mentre fanno impennare solo il cattivo gusto. Ti devo confessare, cara TV, che da anni seguo una tendenza sempre più diffusa: mi sono rifugiata sulle piattaforme, dove posso scegliere i programmi di mio gradimento, guardarli con comodità in base ai miei orari (è assurdo che il prime time serale non inizi prima delle 21.45… i dirigenti Rai e Mediaset non lo sanno che le persone al mattino si alzano presto per andare a lavorare?) senza subire le fastidiose, frequenti interruzioni di una pubblicità sempre più martellante e inopportuna. Un po’ mi dispiace, cara TV, perché mi sembra di aver tradito una vecchia amica, ma, riflettendo bene, credo sia stata tu a tradire me. L’unico momento della giornata in cui sei sintonizzata su un canale tradizionale è per il Tg delle 20, che persevero a seguire per inerzia, ma constato che è sempre più schierato e preferisce offrirci servizi sull’ultimo album di Tony Effe, invece che approfondimenti sulle crisi belliche attuali. Temo quindi che il nostro cinquantennale rapporto sia ormai irrimediabilmente compromesso.
silviamalaspina@libero.it